ANDREA DE CARLO: "CUORE PRIMITIVO" |
18° romanzo
dello scrittore milanese, nelle nuove prospettive di esplorazione delle sue
tecniche di seduzione
Mara Abbiati, Craig Nolan e Ivo
Zanovelli sono i nomi dei protagonisti di un eclettico triangolo che esplora
l’istinto delle emozioni.
“Non hanno idea di come interpretare
i reciproci respiri, i reciproci suoni inarticolati. Non hanno nessuna routine
rassicurante, nessuna sequenza familiare di gesti da anticipare dall’inizio
alla fine. L’inizio chissà dov’è, la fine è impossibile intravederla; sanno
così poco uno dell’altra, o di come arrivarci. Ma poi arrivare a cosa? Sono
davvero impegnati nello stesso identico gioco? O in una gara affannosa in cui
uno dei due deve prevalere sull’altro? A lei sembra che niente corrisponda a
quello che sa, eppure prova per lui un senso di familiarità inspiegabile,
sconvolgente, esaltante. La sovraccoperta con i gigli ricamati si arriccia a
onde sotto la sua schiena ogni volta che si inarca, le lenzuola si increspano,
i cuscini si spostano, cadono sul pavimento. Lei registra questi particolari
senza pensarci davvero; è troppo presa nella compenetrazione affannosa di
intenzioni consistenze forme, nell’invasione desiderata contrastata facilitata.” Mara Abbiati è la sensualità di una donna
descritta senza soffermarsi sull’età che la contraddistingue, come per tutti e
tre i protagonisti. Una scultrice, artista che si compiace della sua energica
vitalità che riversa nelle sue forme scolpite nel tufo, pietra fragile e
consistente allo stesso tempo. Una relazione con Craig Nolan, marito affettuoso
e complice di quel loro matrimonio che si basa sull’accettare quelle infedeltà
che sembrano naturali, ovvie nella loro inconsistenza. Un antropologo,
scrittore, ricercatore, vittima di un incidente in quella casa di Canciale,
sull’appennino ligure. Poi arriva Ivo Zanovelli, un costruttore senza
inibizioni, oscuro nella sua spavalderia costruita dalle esperienze della vita.
A lui hanno affidato il compito di ristrutturare la loro abitazione, dopo quell’incidente
sul tetto sprofondato dal peso del marito. “Ivo
la guarda: ci sono mille domande nel suo sguardo, e nessuna risposta. Lei gli
strappa di mano il casco, se lo mette in testa, chiude la fibbia, monta sul
sedile, poggia i piedi sulle pedaline. Incredibilmente non ha più nessun
pensiero-esploratore nella testa, che vada avanti a perlustrare affannosamente
il terreno prima di lei; non ha più nessuna riflessione, nessuna considerazione.
E’ occupata quasi esclusivamente dalle sensazioni, dalla velocità con cui le batte
il cuore. Lui si rimette gli occhiali, allunga una mano dietro di sè per
assicurarsi che lei sia ben sistemata; gira la manopola del gas, fa ruggire il
motore. Lei gli stringe forte le braccia intorno, gli si preme contro. La
Bonneville prende velocità, su per la strada a curve che sale verso il passo
appenninico e da lì arriva a un bivio e da lì ad altri bivi per altre
strade che si diramano verso nord est ovest
sud, in tutte le direzioni del mondo.”
Oggi
l’obiettivo fotografico capace di impressionare emozioni ed immagini è
diventato digitale, trasformando un linguaggio modernizzato dall’uso costante
dei media contemporanei, e Andrea De Carlo si dimostra capace di assorbire
status e logica senza privarsi di quella caratteristica tipica dei suoi romanzi
che si chiama prospettiva dei sentimenti.
Paolo Vannucci
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