venerdì 25 gennaio 2019

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCINEMA: TOPHER GRACE
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Volto mite e acqua e sapone del cinema, il talento che ha saputo imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana, nelle qualità di attore di Topher Grace.
Quando la timidezza riesce a conquistare il cuore delle ammiratrici, questo è indubbiamente il biglietto da visita di un attore che sta percorrendo il proprio cammino e la maturazione artistica con sobrietà e stile. Topher Grace, classe '78, deve la propria fortuna alla sit-com That '70s Show, che lo ha prepotentemente proiettato verso quel percorso cinematografico che lo ha sempre delineato come autentica promessa di quella commedia americana che lascia decisamente il segno. Iniziando dal battesimo firmato Steven Soderbergh, Traffic, la vera determinazione si consacra con il progetto delizioso diretto da Mike Newell, Mona Lisa Smile, affiancato alla protagonista Julia Roberts. Altro riuscito ruolo diventa In Good Company, confermando il proprio talento di attore mite ed equilibrato. Decisamente determinante appare la partecipazione nella trilogia diretta da Sam Raimi, dedicata a Spider Man, interpretando Venom nel terzo episodio. La commedia lo reclama, partecipando al tradizionale paniere di buoni sentimenti firmato da Garry Marshall, Appuntamento con l'amore. Altra incursione nel filone fantasy rappresenta il passo dedicato a Predators, per infittire la propria carriera in quei ruoli che lo hanno sempre delineato, passando da The Double a Big Wedding. Il progetto ambizioso di Christopher Nolan, Interstellar, sembra il compimento di quella notorietà acquisita, senza dover traumatizzare un pubblico che lo apprezza in ogni sua trasformazione di attore, consapevoli di un talento che non ha bisogno di passi eclatanti, ma solo di quella giusta moderazione per continuare ad immergere il proprio cliché. Ruoli acquisiti nei successivi American Ultra e Truth rimangono sempre quelle piacevoli conferme di un talento sapientemente gestito e calibrato. Rimangono incisive le incursioni offerte in Open Night di Jack Henry Robbins e il successivo War Machine, per approdare nelle sapiente mani di uno Spike Lee d'autore che lo ridipinge nel proprio Blakkklansman, confermando un percorso di attore tutto in ascesa.
Paolo Vannucci



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