DiCINEMA: GARY OLDMAN |
Un
viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i
registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in
celluloide
Volto
carismatico del nuovo cinema, il talento che ha saputo imporsi da
grande protagonista nella mecca hollywoodiana, nelle qualità di
attore di Gary Oldman.
La
duttilità e il carisma sono le qualità principali per un attore che
cerca di imporsi nel panorama del cinema mondiale, non ci sono dubbi.
Bene, Gary Oldman ha il privilegio di possederle entrambe, e non per
fortuna voluta al caso. Di natali londinesi (classe 1958) e di
modeste origini, con un padre alcolizzato che abbandona la famiglia
quando Gary aveva solo sette anni, si avvicna all'arte studiando il
pianoforte da autodidatta, per avvicinarsi al teatro studiando
recitazione al Greenwich Young People's Theatre. Diplomatosi, debutta
alla televisione britannica con alcuni film, tra i quali Meantime
di Mike Leigh. Ma il primo ruolo di rilievo arriva con il biopic
diretto da Alex Cox, Sid
&
Nancy,
vestendo
il ruolo di Sid Vicious, bassita dei Sex Pistols. La
carriera di Gary sembra avviarsi al successo e Stephen Frears lo
vuole per il suo Prick
Up
–
L'importanza
di
essere
Joe.
Segue il più fortunato Legge Criminale (di Martin Campbell, 1988),
con al fianco Kevin Bacon in un thriller psicologico nelle aule di
tribunale.
Tom
Stoppard lo reclama nell'ambizioso Rosencrantz
&
Guildenstern
sono
morti,
insieme all'amico Tim Roth (film che si aggiudica il Leone d'Oro alla
47° Mostra del Cinema di Venezia). Decisamente avviato al grande
successo di pubblico, i ruoli di Oldman si fanno sempre più densi ed
estremizzati, a cominciare da Stato
di
Grazia
di Phil Joanou. Oliver Stone lo sceglie per impersonare il Killer di
Kennedy nella ricostruzione affidata al riuscito JFK
–
Un
caso
ancora
aperto,
a cui segue uno dei ruoli più incisivi nella carriera dell'attore,
per mano di Francis Ford Coppola che lo vuole per la
caratterizzazione del celebre vampiro in Dracula
di
Bram
Stoker,
al fianco di Winona Ryder e Keanu Reeves. Luc
Besson lo inserisce nel cast di Léon, mentre Bernard Rose gli offre
il privilegio di vestire i panni di Ludwig van Beethoven, in L'Amata
Immortale
con al fianco Isabella Rossellini. Roland Joffé lo vuole per La
Lettera
Scarlatta,
al fianco di Demi Moore, mentre Luc Besson lo reclama nuovamente per
il suo riuscito Il
Quinto
Elemento,
dramma
fanta-apocalittico
di
ampio respiro, al
fianco di Bruce Willis.
Christopher Nolan lo sceglie per impersonare il commissario Gordon
nella sua trilogia del Cavaliere Oscuro, mentre Robert Zemeckis lo
digitalizza nella caratterizzazione in computer grafica di A
Christmas
Carol.
Catherine
Hardwicke lo inserisce nel cast di Cappuccetto
Rosso
Sangue,
a cui segue la partecipazione nella fortunata saga di Harry Potter,
nel secondo episodio “I Doni della Morte”. Finalmente arriva la
prima candidatura all'Oscar per miglior attore con il film firmato da
Tomas Alfredson, La
Talpa.
Seguono ruoli fantasy nei riusciti RoboCop (di José Padiha) e Apes
Revolutions
–
Il
Pianeta
delle
Scimmie
di Matt Reeves. Daniel Espinosa lo vuole nel suo Child
44,
mentre Patrick Hughes lo reclama nel cast del suo distruttivo e
demenziale Come
ti
ammazzo
il
bodyguard.
Una serie, quindi, di ruoli che hanno sempre contraddistinto il
carisma potente di un attore versatile che ha sempre caratterizzato
al meglio ogni sua interpretazione. Una plasticità che lo ha portato
a rivestire una delle più autorevoli caratterizzazioni nel biopic
diretto da Joe Wright, L'ora
più
buia.
Una meticolosa
ricostruzione storica riversata nel carisma di Winston Churchill,
trasformando
l'attore nel primo ministro britannico, portandogli il primo Golden
Globe della sua carriera.
Paolo Vannucci
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