DiCINEMA: VALERIA GOLINO |
Un
viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i
registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in
celluloide
Dolcezza
mediterranea e carisma, per uno dei volti del cinema italiano che ha
saputo imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana,
nelle qualità di attrice di Valeria Golino.
Di
certo il cinema italiano ha sempre portato un esempio di qualità e
professionalità invidiato dai più grandi cineasti mondiali di ogni
tempo. Se le qualità registiche sono quelle scie prioritarie che
fanno strada alla popolarità, il mestiere dell'attore non è certo
secondario all'importanza che riveste un tale ruolo nella produzione
cinematografica. Valeria Golino è, senza dubbio, una delle attrici
che ha fatto della propria determinazione di attrice, un monito di
crescita professionale che l'ha portata ai più alti livelli di
celebrità non solo “nazionalpopolare”. Di natali partenopei (è
nata a Napoli, classe '65), ha ereditato le doti artistiche dal padre
italiano e dalla madre pittrice di origine greche, francesi ed
egiziane. Un battesimo da modella ad Atene, la scoperta del cinema
avviene per mano di Lina Wertmüller nel film Scherzo
del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada
(1983), a
cui seguono film
minori quali Piccoli
fuochi di
Peter Del Monte e
Storia d' Amore
di Citto Maselli, per il quale riceve la Coppa Volpi alla 43° Mostra
del cinema di Venezia. Ma l'ascesa al grande cinema americano arriva
con le prime candidature ai ruoli di Pretty
Woman e Linea
Mortale, entrambi
assegnati a Julia Roberts. Questo non ha di certo scoraggiato la
nostra Valeria, che si è vista obbligata a rinunciare al ruolo
principale affidatole
da James Cameron in True
Lies. Tutto
questo come preambolo
a quel grande esordio accanto a Dustin Hoffman e Tom Cruise, Rain
Man
diretto da Barry Levinson. Seguono una serie di importanti
partecipazioni in film quali Paura
e Amore
di Margareth von Trotta e Lupo
Solitario
di Sean Penn. La commedia satirica la vuole protagonista nei due
episodi di Hot Shots! al
fianco di Charlie Sheen, mentre il cinema italiano la rivuole, nelle
sapienti mani di Gabriele Salvatores che la dirige in Puerto
Escondido.
Incursione
di prim'ordine nel film L'Amata
immortale
di Bernard Rose (biopic sul compositore tedesco Beethoven), per
avvalorare i successivi Via
da Las Vegas
di Mike Figgis e Four
Rooms
di Quentin Tarantino.
Ancora
grande cinema da blockbuster per Fuga
da Los Angeles
di John Carpenter
e
Frida
di Julie Taymor.
Nel
2006 arriva il David di Donatello per la miglior attrice non
protagonista per La
guerra di Mario di
Antonio Capuano. Il debutto alla regia arriva con il film Miele,
per
il quale ottiene il Nastro
d'Argento al miglior regista esordiente. David
di Donatello per la miglior attrice non protagonista per il film Il
Capitale umano di
Paolo Virzì e
nel 2014 arriva nelle sale Il
Ragazzo Invisibile di
Gabriele Salvatores, riuscito esperimento di un cinema italiano che
strizza l'occhio alle grandi graphic novel americane, ben accolto da
pubblico e critica. Seconda Coppa Volpi alla 72° Mostra del Cinema
di Venezia per il film Per
Amor Vostro
di Giuseppe M. Gaudino, a coronare una carriera di attrice e regista
di tutto rispetto, nel buon nome di un cinema che parla oltre i
confini di un prodotto non solo per amatori.
Paolo Vannucci
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