DiCINEMA: JEREMY IRONS |
Un
viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i
registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in
celluloide
Autorevolezza
e cinismo, per uno dei volti del cinema internazionale che ha saputo
imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana, nelle
qualità di attore di Jeremy Irons.
Quando
i tratti somatici di un attore sono quella garanzia di serietà che
si presta ad assimilare il meglio di quella cernita di ruoli che
caratterizzano il meglio della carriera di ogni artista. Un volto
scolpito nel duro marmo, con quelle striature che spezzano la routine
fatta di buonismo a tutti i costi. Per quel tipo di bravura ci vuole
tanta solidità di carattere, a cominciare da quella decisione di
abbandonare una carriera di musicista (ama la batteria) per optare
per la recitazione iscrivendosi alla Old Vic Theatre School di
Bristol. Di natali inglesi (Cowed, 19 settembre 1948), di padre
ingegnere e madre casalinga, debutta nella compagnia della scuola per
emergere trasferendosi a Londra, dove si fa conoscere per i
successivi ruoli televisivi interpretando Giovanni Battista nel
musical Godspell.
E' grazie alla Royal Shakespeare Company che debutta a Broadway,
accanto a Glenn Close, vincendo il Tony Award per La
cosa reale di Tom
Stoppard. La carriera cinematografica inizia con La
donna del tenente francese,
diretto da Karel Reisz,
accanto a Meryl
Streep, che lo
affiancherà qualche anno più tardi per La
casa degli spiriti,
di Bille August. Iniziano una serie di ruoli di prestigio, passando
dall'epico Mission
di Roland Joffé, interpretato in coppia con Robert De Niro, al
claustrofobico Inseparabili
di David Cronenberg. L'ambito Oscar come Miglior attore protagonista
arriva con Il
mistero Von Bulow,
diretto da Barbet Shroeder. Seguono Il
danno di Louis
Malle, partner di Juliette Binoche, per approdare alla commedia
drammatica d'azione con Die
Hard – Duri a morire.
Bernardo Bertolucci lo pretende per quel delizioso ruolo di
intellettuale malato nei suoi desideri d'amore antico, nel riuscito
Io ballo da sola,
per riconfermare quella dedizione ai
ruoli di solido impegno nel Lolita
di Adrian Lyne, al fianco di Melanie Griffith. Altro
ruolo nel kolossal storico La
maschera di ferro
di
Randall Wallace, nel ruolo di Aramis, per replicare il genere nel
Le Crociate
di Ridley Scott. Ottimi disimpegni nel fantasy Dungeons
& Dragons
(di Courtney Solomon) e The
Time Machine
di Simon Wells. Altro ruolo importante per il Casanova
di Lasse Hallström, senza tralasciare l'epico teatrale nel Il
Mercante di Venezia
di Michael Radford. Insolita intrusione nella felice commedia
disimpegnata partecipando a La
Pantera Rosa 2
di Harald Zwart, per arricchire i ruoli devoluti alla generazione X,
cominciando da Beautiful
Creatures – La sedicesima Luna,
diretto da Richard LaGravenese, per passare a Batman
v Superman – Dawn of Justice e
Justice League
di
Zack Snyder, senza tralasciare il tanto sospirato Assassin's
Creed
di Justin Kurzel. Da
non tralasciare quell'indimenticabile cameo di doppiaggio per la
Disney, nel
ruolo di Scar per Il
Re Leone, affiancando
le produzioni televisive che hanno arricchito il potenziale
recitativo, passando da
Low & Order – Unità Vittime speciali
a I Borgia.
Paolo Vannucci
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