EXODUS - DEI E RE |
Il decalogo
biblico per eccellenza, nelle mani di un Ridley Scott che dispensa un Mosè nel
volto di Christian Bale
Rifacimento in grande stile di un
classico dell’Antico Testamento affidato alle sorti della 20th Century Fox
Sono passati
diciassette anni da quando la DreamWorks ha messo le mani su uno dei personaggi
più carichi di fascino religioso che il cinema possa raccontare, e ne sà
qualcosa il buon Charlton Heston che dopo la corsa con i carri di Ben Hur ha
potuto aprire il Mar Rosso con tanto di tunica e bastone, sfidando quegli
effetti speciali che costarono un Oscar a John Fulton. Un classico del cinema
che ha ispirato Brenda Chapman, Steve Hickner e Simon Wells (Il Principe d’Egitto), raccogliendo un
difficile testimone appartenuto a quel mostro sacro di Cecil B. De Mille, dove
le caratterizzazioni dei personaggi non hanno mai conosciuto inflessione,
partendo da un Yul Brynner fedelmente tramandato di generazione in generazione,
per affiancarsi a quel monumentale Mosè che oggi viene affidato all’espressività
di un provato attore che risponde al nome di Christian Bale. Tutto questo non
poteva portare che il nome di un regista a cui Hollywood deve celebrazioni e
fama. Il nome lo conoscono tutti, ed è proprio a Ridley Scott che oggi porgiamo
l’ennesimo tributo di uno degli episodi sacri più benvoluti di sempre, in quel
decalogo scritto con il dito di Dio, e assistito da un Mosè che è stato baciato
recentemente da un nostrano Roberto Benigni in occasione dei suoi Dieci
Comandamenti, ormai consacrato tra i grandi di sempre grazie all’elogio della
Divina Commedia e della Costituzione Italiana, nella rilettura tipica dell’attore
toscano. Se con Robin Hood il pegno
dello sbarco in Normandia è diventato forte caratterizzazione di ottima regia,
anche per la divisione del Mar Rosso dobbiamo coglierne il cameo, per non
dimenticare quelle inossidabili piaghe d’Egitto che si deve subire Joel
Edgerton nel ruolo di Ramses. Una produzione firmata dallo stesso regista con
la Volcano films, contando sui nomi di
Sigourney Weaver (Tuya) e Ben Kingsley (Nun), John Turturro (Seti) e Aaron Paul
(Giosuè), per immergersi in quella visione moderna di una storia eterna
tramandata secondo il copione, con gli stessi ingredienti (il roveto ardente
nella voce di Dio) e le aspettative di un pubblico sempre più esigente che si
immola nuovamente all’esodo del popolo ebraico guidato da un ritrovato Mosè.
Paolo Vannucci
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