mercoledì 7 gennaio 2015

EXODUS NEL NOME DI RIDLEY SCOTT


EXODUS - DEI E RE

Il decalogo biblico per eccellenza, nelle mani di un Ridley Scott che dispensa un Mosè nel volto di Christian Bale 

Rifacimento in grande stile di un classico dell’Antico Testamento affidato alle sorti della 20th Century Fox

Sono passati diciassette anni da quando la DreamWorks ha messo le mani su uno dei personaggi più carichi di fascino religioso che il cinema possa raccontare, e ne sà qualcosa il buon Charlton Heston che dopo la corsa con i carri di Ben Hur ha potuto aprire il Mar Rosso con tanto di tunica e bastone, sfidando quegli effetti speciali che costarono un Oscar a John Fulton. Un classico del cinema che ha ispirato Brenda Chapman, Steve Hickner e Simon Wells (Il Principe d’Egitto), raccogliendo un difficile testimone appartenuto a quel mostro sacro di Cecil B. De Mille, dove le caratterizzazioni dei personaggi non hanno mai conosciuto inflessione, partendo da un Yul Brynner fedelmente tramandato di generazione in generazione, per affiancarsi a quel monumentale Mosè che oggi viene affidato all’espressività di un provato attore che risponde al nome di Christian Bale. Tutto questo non poteva portare che il nome di un regista a cui Hollywood deve celebrazioni e fama. Il nome lo conoscono tutti, ed è proprio a Ridley Scott che oggi porgiamo l’ennesimo tributo di uno degli episodi sacri più benvoluti di sempre, in quel decalogo scritto con il dito di Dio, e assistito da un Mosè che è stato baciato recentemente da un nostrano Roberto Benigni in occasione dei suoi Dieci Comandamenti, ormai consacrato tra i grandi di sempre grazie all’elogio della Divina Commedia e della Costituzione Italiana, nella rilettura tipica dell’attore toscano. Se con Robin Hood il pegno dello sbarco in Normandia è diventato forte caratterizzazione di ottima regia, anche per la divisione del Mar Rosso dobbiamo coglierne il cameo, per non dimenticare quelle inossidabili piaghe d’Egitto che si deve subire Joel Edgerton nel ruolo di Ramses. Una produzione firmata dallo stesso regista con la Volcano films,  contando sui nomi di Sigourney Weaver (Tuya) e Ben Kingsley (Nun), John Turturro (Seti) e Aaron Paul (Giosuè), per immergersi in quella visione moderna di una storia eterna tramandata secondo il copione, con gli stessi ingredienti (il roveto ardente nella voce di Dio) e le aspettative di un pubblico sempre più esigente che si immola nuovamente all’esodo del popolo ebraico guidato da un ritrovato Mosè.        

Paolo Vannucci

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