lunedì 11 marzo 2024

OSCARS 2024: Vincitori e Vinti di un anno di grande cinema

OSCAR 2024
Una cerimonia all’insegna della sobrietà, per vedere trionfare il film “Oppenheimer” di Christopher Nolan e la struggente visione offerta da Yorgos Lanthimos, nel suo “Povere Creature”

Una cerimonia di grande stile e contegno, come non se ne vedevano da decenni. Tutto per celebrare un anno di cinema che finalmente può dire di essersi liberato da convenzioni scomode di rito. Sì, perché quel cinema saturo di realtà surrogate cominciava a dare fastidio, proprio perché stava inquinando la bellezza di una settima arte che, oggi più che mai, riesce a essere testimone di una evoluzione dinamica di un arte che sa stare al passo con i tempi. Anzi, di più. Abbiamo, quindi assistito a una premiazione minimalista, che ha saputo valorizzare la grandezza di un arte visiva e sonora che, nel corso di un 2023 ancora “rovinato” da conflitti bellici che non vogliono vedere lo spiraglio di una fine, ha saputo rimboccarsi le maniche e dare il meglio di se. Al cerimoniere Jimmy Kimmel è toccato la quarta conduzione, dimostrandosi all’altezza della serata, senza scivoloni di ilarità volgari o poco consone alla situazione. Questo vuol dire che le “nudità celate” di John Cena sono apparse pudiche e pulite, per contornare di sano divertimento una consegna delle statuette all’insegna dello stile.

Ha fatto da padrone il premiato Christopher Nolan, con il suo Oppenheimer, raccogliendo ben sette statuette, tra cui miglior film, regia e attore protagonista, Cillian Murphy. La tanto attesa conferma di Emma Stone è arrivata proverbiale, ricevendo quel riconoscimento a miglior attrice per una pellicola visionaria e rimarchevole. La solita delusione per un cinema italiano ancora assente non poteva stonare, almeno per chi credeva che il cinema di Garrone (era in corsa con Io Capitano) potesse ritoccare le sorti di un Pinocchio ancora bruciante e carico di aspettative. Quelle solite confermate dall’ennesima statuetta ricevuta per il Miglior film di animazione, andata a Miyazaki (il suo secondo Oscar, dopo quello vinto nel 2003 con La città incantata), accostabile all'onorificenza massima toccata a Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima per gli effetti visivi. Di forte impatto emotivo la consegna degli oscar per Robert Downey Jr.e Da'Vine Joy Randolph (Migliore Attore e Attrice non protagonisti). Divertente il cammeo rilasciato da Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito, nel loro duetto a distanza in sala con Michael Keaton comodamente seduto, incorniciando una serata di emozioni impreziosite dai vocalizzi musicali di Billie Eilish e lo stesso Andrea Bocelli con il figlio Matteo. Degno di citazione, l’entusiasmo di un talentuoso Ryan Gosling, nel ricordarci le plastiche visioni di un Ken “abbandonato” da una Barbie che ha racimolato gli oneri per la migliore canzone originale.

Di seguito, tutte le statuette della cerimonia:

Miglior film

Oppenheimer, regia di Christopher Nolan

Miglior regista

Christopher Nolan - Oppenheimer

Miglior attrice

Emma Stone - Povere creature! (Poor Things)

Miglior attore non protagonista

Robert Downey Jr. - Oppenheimer

Miglior attrice non protagonista

Da'Vine Joy Randolph - The Holdovers - Lezioni di vita (The Holdovers)

Miglior sceneggiatura non originale

Cord Jefferson - American Fiction

Miglior sceneggiatura originale

Justine Triet e Arthur Harari - Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute)

Miglior film internazionale

La zona d'interesse (The Zone of Interest), regia di Jonathan Glazer (Regno Unito, Polonia)

Miglior film d'animazione

Il ragazzo e l'airone (君たちはどう生きるか?, Kimi-tachi wa dō ikiru ka), regia di Hayao Miyazaki

Miglior fotografia

Hoyte van Hoytema - Oppenheimer

Miglior scenografia

James Price, Shona Heath e Zsuzsa Mihalek - Povere creature! (Poor Things)

Migliori costumi

Holly Waddington - Povere creature! (Poor Things)

Migliori trucco e acconciatura

Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston - Povere creature! (Poor Things)

Migliori effetti visivi

Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima - Godzilla Minus One (ゴジラ-1.0マイナスワン)

Miglior montaggio

Jennifer Lame - Oppenheimer

Miglior sonoro

Tarn Willers e Johnnie Burn - La zona d'interesse (The zone of interest)

Miglior colonna sonora originale

Ludwig Göransson - Oppenheimer

Miglior canzone originale

What Was I Made For? (musiche e testo di Billie Eilish e Finneas O'Connell) - Barbie

Miglior documentario

20 Days in Mariupol, regia di Mstyslav Černov

Miglior cortometraggio documentario

The Last Repair Shop, regia di Kris Bowers e Ben Proudfoot

Miglior cortometraggio

La meravigliosa storia di Henry Sugar (The Wonderful Story of Henry Sugar), regia di Wes Anderson

Miglior cortometraggio d'animazione

War Is Over! Inspired by the Music of John & Yoko, regia di Dave Mullins

Paolo Arfelli Vannucci

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