DiCINEMA: JAMES McAVOY |
Un
viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i
registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in
celluloide
Carisma
e ribellione, per uno dei volti del cinema internazionale che ha
saputo imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana,
nelle qualità di attore di James McAvoy.
Quando
l'irrequietezza non prevalica il buon gusto dell'educazione,
assimilando tutti quei canoni esistenziali che formano la personalità
dei giovani di ogni generazione. James Andrew mcAvoy (Scozzese puro,
classe '79) ha il privilegio di poter dispensare il proprio carattere
forgiato nell'umiltà, per elargire
ruoli di una recitazione che lo hanno immedesimato negli stessi
caratteri proposti, unendo il divo al ragazzo della porta accanto.
Nato da madre infermiera e padre muratore, divorziati all'età di
sette
anni, ha combattuto il
proprio conflitto adolescenziale tra il desiderio ecclesiastico e la
carriera militare, optando felicemente per una formazione artistica
diplomandosi alla Royal Scottish Academy of Music and Drama. Il
debutto cinematografico avviene con la pellicola diretta da David
Hayman, The Near
Room, continuando
con ruoli che non lo pongono al centro dell'attenzione, almeno sino a
quando viene scelto dal regista Andrew Adamson per interpretare il
ruolo del fauno Tumnus nel primo episodio della saga Le
cronache di Narnia – Il leone, la strega e l'armadio.
Continua alternando film drammatici alla commedia disimpegnata,
passando da L'Ultimo
Re di Scozia (di
Kevin McDonald) a Penelope,
favola moderna al fianco di Christina Ricci. Il vero successo nella
conferma di giovane attore arriva con il drammatico film diretto da
Joe Wright, Espiazione,
al fianco di Keira Knightley, confermando
le proprie indiscusse capacità riposte nello stesso carisma, nel
complesso dramma storico The
Conspirator, diretto
da Robert Redford.
Tutto
questo per un preambolo da grande protagonista, grazie ai fantomatici
super eroi della Marvel, rivestendo il ruolo del Dottor Xavier nei
prequel riposti nei personaggi noti come X-Men, succedendo al
ruolo dell'anziano Patrick Stewart in tre capitoli che hanno avuto il
pregio di costruire al meglio le complessità adolescenziali del noto
gruppo di mutanti. Una carriera felicemente avviata, per un volto che
non rinuncia al teatro, recitando in una pièce diretta da Richard
Greenberg, Three
Days of Rain,
con
un buon successo di pubblico e critica.
Paolo Vannucci
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