DiCINEMA: JUDE LAW |
Un
viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i
registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in
celluloide
Carisma
e raffinatezza british, per uno dei volti del cinema internazionale
che ha saputo imporsi da grande protagonista nella mecca
hollywoodiana, nelle qualità di attore di Jude Law.
Ogni
attore che si rispetti vorrebbe lasciare un segno concreto della
propria personalità nel difficile mestiere di incantatore, rubando
il fascino a quella maestria che si rafforza nella ribalta del
teatro. Jude Law ha saputo conciliare due mondi artistici cogliendone
l'essenza migliore, per diventare autenticità e originalità di
impostazione nel suo essere talento. Nato a Londra (classe '72), ha
iniziato la sua carriera di attore calcando le scene teatrali del
National Youth Music Theatre, per poi essere notato nella produzione
diretta da Sean Mathias con il titolo di Les
Parents terribles, successivamente
riportata a Broadway
recitando al fianco di
Kathleen Turner, ottenendo una nomination al Theatre World Award. Il
debutto cinematografico arriva con Shopping,
diretto da Paul W.S. Anderson, ma gli oneri migliori arrivano con
Wilde,
diretto da Brian Gilbert, biopic sulla vita del celebre poeta
interpretato da Stephen Fry che gli vale il premio come migliore
promessa con l'Evening
Standard British Film Award.
Segue il fortunato
Gattaca – La porta
dell'Universo,
diretto da Andrew Niccoli, recitando al fianco di Ethan Hawke e Uma
Thurman. Prima nomination agli Oscar come Miglior attore non
protagonista con il film Il
talento di Mr. Ripley
di Anthony Minghella, a cui seguono Il
nemico alle porte
(diretto da Jean-Jaques Annaud)
e il circo multicolore diretto da Steven
Spielberg,
nel pretenzioso A.I.
- Intelligenza Artificiale,
prestando il volto ad
un Lucignolo futurista per la trasposizione più originale ispirata
alla celebre favola di Collodi. Nuova candidatura all'Oscar come
Miglior attore protagonista, sempre con Anthony Minghella alla regia,
per Ritorno a Cold
Mountain. Ennesima
incursione nel fantasy con Sky
Captain and the World of Tomorrow,
per impreziosire vari film quali Alfie
(diretto da Charles Shyer), Closer
(di Mike Nichols) e l'imponente The
Aviator del grande
Martin Scorsese, al fianco di Leonardo DiCaprio. Una dialettica di
sicuro successo, che si rivaluta nel Un
Bacio Romantico,
diretto da Kar Wai Wong, per
rinvigorire la vena teatrale con il regista Kenneth Branagh per il
suo Sleuth – Gli
insospettabili. Terry
Gilliam lo pretende per conciliare la multiforme interpretazione del
protagonista di
Parnassus – L'uomo che voleva ingannare il diavolo,
per
proporsi ad uno dei ruoli di maggior successo nei panni del fedele
Watson per la trasposizione più originale di Sherlock
Holmes
diretto da Guy Ritchie. Incursione di magistrale importanza nell'
Anna Karenina
diretto da Joe Wright, per passare al drammatico Effetti
Collaterali
di Steven Soderbergh e all'imponenza di Grand
Budapest Hotel diretto
da Wes Anderson.
Una
magia che si ripropone inalterata per quel rigore che solo il suo
carisma riesce ad elargire, per ritrovarlo intatto nell' Hugo
Cabret
del
maestro Scorsese, per
dimostrare la sua variegata capacità di immedesimazione in The
Young Pope, miniserie
televisiva creata e diretta da Paolo Sorrentino e presentata alla 73°
Mostra del Cinema di Venezia.
Paolo A. Vannucci
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