DiCinema_ KEANU REEVES |
Un viaggio
nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di
miti in celluloide
Di volti che hanno raccolto i favori di un cinema che ha
sempre somatizzato il talento a favore del fascino, non è difficile sprecare
nomi, soprattutto quando è sempre più difficile considerare distinti entrambi
gli aspetti. Se si vuol sondare la voracità
di chi, nel pieno del proprio divismo di attore, possa aver cercato di
assorbire quanto di più labile eccesso di forma e stile si possa intepretare,
... bene la cerchia dei nomi diventa una ricercata sinstesi di recitazione. Keanu
Reeves, canadese dal nome evocativo (dall’hawaiiano “brezza fresca di montagna”)
è uno dei volti più rappresentativi di quel cinema che presta attenzione al
campanilismo giovanile, fatto di glamour, azione, commedia e fantasy . Esordi
sportivi come promessa dell’Hockey (portiere soprannominato the Wall, il muro)
la scelta di sfondare nel cinema l’ha ereditata dalla madre, ballerina e
costumista Patricia Taylor, omaggiando i propri natali sportivi nel film Spalle larghe, per passare al dramma
della violenza giovanile in salsa dark ne I
ragazzi del fiume , al fianco di Crispin Glover e Dannis Hopper . Sthephen Frears lo dirige ne Le Relazioni
Pericolose , mentre Lawrence Kasdan lo assolda come sincopato Killer di un
tragicomico Ti amerò sino ad ammazzarti
, analogo ruolo di un divertente Parenti, amici e tanti guai . Primo
successo della regista Katheryn Bigelow con il rifacimento di un Mercoledì da Leoni, nel Point Break al fianco dello stesso Gary Busey,
agenti dell’F.B.I. a caccia di una banda di rapinatori di banche, eredi delle
filosofie sulle tavole da surf. Consacrazione dei clichè nel Belli e Dannati di Gus Van Sant, al
fianco di River Phoenix , per assorbire ruoli di letteraria levatura nel Dracula di Bram Stoker e nello
shakespeariano Molto rumore per nulla
di Kenneth Baranagh (diretto e intepretato).Seguono il capolavoro di Bernardo
Bertolucci, Piccolo Buddha, per tuffarsi
nell’adrenalina pura dei due capitoili di Speed
, puro cinema da Blockbuster ma con la solita strizzatina al culto del genere.
Di rilievo continuano ad essere il romantico Il profumo del mosto selvatico di Alfonso Arau, prima di imergersi
nel successo della trilogia di Matrix, culto
fantasy nell’apocalittica visione di un potere nei risvolti autolesionisti di
una società. La commedia drammatica lo reclama nei successivi Sweet November e La casa sul lago del tempo, rispettivamete al fianco di Charlize
Theron e Sandra Bullock, per sondare territori nefasti nei contendenti L’ Avvocato del Diavolo e Constantine, il primo al fianco di un
mefistofelico Al Pacino nella peridizione della bramosia del potere. Una carriera
di successi e protagonsimo su misura, laddove dramma e commedia non marcano mai
il confine di un genere, basta che il fascino del romanticismo possa servire a
perdurare nel nome del divo... vedi il riuscito Ronin, proprio come quella brezza che lo ha portato così lontano.
Paolo Arfelli
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