Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Azione, comicità esilarante e glamour; le credenziali di uno degli attori più carismatici della commedia americana, nel talento di Eddie Murphy.
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DiCinema: EDDIE MURPHY |
Se la comicità di successo, nel cinema, è quasi sempre stata una
prerogativa dell’attore “bianco” (scongiurando qualsiasi forma di
razzismo), nel precario equilibrio dato alla caratterizzazione estrema
riposta nelle radici etniche... bene, chi si è cimentato in un simile
ruolo importante, per facile presa di pubblico, ha sempre dimostrato
quanto sia indispensabile miscelare carisma e talento per l’unico
risultato richiesto: la risata... necessariamente di buongusto! Eddie
Murphy (newyorchese classe ’61) di quella risata ne ha fatto un vero e
proprio “marchio di fabbrica”, ringraziando un doppiaggio italiano
riposto nel nostro Tonino Accolla (ormai soprannominato Simpson, per la
gloria stessa del cartone animato statunitense in quel di Homer),
debuttando precocissimo dal diploma al
Saturday Night Live, per approdare al cinema con altrettanta irruenza e successo, cominciando dal battesimo di Walter Hill,
48 ore,
in coppia con Nick Nolte (sempre suo il sequel diretto dieci anni
dopo), per essere coinvolto dal grande John Landis nella scommessa più
esilarante del cinema americano, nel fortunato
Una poltrona per due,
in coppia con Dan Aykroyd (Don Ameche e Ralph Bellamy di ottimo
contorno). La consacrazione definitiva di pubblico arriva con il
poliziotto Axel Foley, nel cult blockbuster che ha sconfinato in una
dissacratoria trilogia (ottimi i primi due episodi, un pò fiacco e
deludente l’ultimo ripreso da Landis),
Beverly Hills Cop diretto da Martin Brest. Una parentesi in salsa Zen-Buddista, con il felice
Il Bambino d’Oro,
per riconfermare Landis nel primo valzer di personaggi interpretati da
Murphy (niente fotoritocco virtuale, solo maquillage e comicità),
Il Principe cerca moglie in coppia con un altro grande talento della televisione americana, Arsenio Hall. Stessa fortunata sorte nel plagiato
Il Principe delle Donne (in originale
Boomerang),
con una dolce Halle Berry a reggere le sorti dell’esilarante
protagonista, per approdare allo splatter Horror d’autore, in un Wes
Craven “ammorbidito” dal carisma dell’attore, in
Vampiro a Brookliyn, in coppia con Angela Bassett. Il susseguirsi di una comicità basata sulla mimica poliedrica, lo vede preconfezionato nei vari
Il professore matto (il primo episodio diretto da Tom Shadyac) e
Il Dottor Dolittle, fondamentalmente basati sulla tradizione cinematografica legata al ventriloquismo animale dalla facile risata, vedi un
Francis e il Mulo parlante,
rieditato dalla DreamWorks nella caratterizzazione di Ciuchino nella
saga di Shrek, a cui Murphy ha prestato la voce nel fortunato
doppiaggio.
Paolo Vannucci
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