La strenna
natalizia sulla griglia del botteghino, con un cinema italiano che stenta a
scendere ai patti con i Kolossal americani di fine stagione
Mentre Checco Zalone beffa De Sica e Pieraccioni, anticipando il cinepanettone a
novembre, i giochi di Hunger Games accompagnano la scalata dell’Hobbit di Peter
Jackson.
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DiCINEMA: CINENATALE 2013 |
Non ci
possiamo credere... eppure è successo! Checco Zalone è riuscito a strappare il
malloppo preconfezionato di De Sica, concedendosi il “lusso” di annacquare lo
spumante di fine anno con la spicciolata di novembre, approfittandosi di un
mattatore forse un pò troppo stanco di fare il verso al cinepanettone di un
tempo, accompagnato dalle solite spalle di Lillo e Greg nel suo Colpi di Fortuna, con lo smalto meno
laccato dalle traversie nazionalpopolari che ci costringono a trattenere una
risata di troppo. Questo a favore del disimpegnato Checco “nostrano”, ormai
entrato nelle simpatie di chi non riesce fare a meno di quella dissacratoria risata
di facili costumi, ma sempre rispettoso di quel cinema che può ancora chiamarsi
commedia all’italiana (quella
a colori di Sordi, Manfredi e Montesano, per intenderci), e Sole a catinelle
fà centro un’altra volta... per fortuna! Questo ci fà riflettere su questa
tormentata “volata” di fine anno, uguale
e diversa da tutte le altre. Mentre il secondo episodio di Thor: the Dark Wolrd cerca di mantenere alti i consensi della
Marvel, tinteggiando di espressionismo plastico (una lode alle scenografie di Charles
Wood) le gesta di un biondo e muscoloso Chris Hemsworth che riesce a convincere
più di Avengers e meno di Rush,
a ristabilire la tradizione del cinema natalizio tocca nuovamente a Peter
Jackson, che prosegue imperterrito nel suo infinito viaggio nella Terra di
Mezzo sulle spalle di Bilbo Baggins/Martin Freeman, aggiungendo un terzo
episodio per una inedita trilogia dedicata al patriarca di Frodo, prestandone
il titolo Racconto di un Ritorno al
terzo in uscita il 2014, per gustarci questo Lo Hobbit: la desolazione di Smaug, ormai sempre più sazi di quella
Nuova Zelanda fotografata da Andrew Lesnie e “battuta” da Gandalf il Grigio/Ian
McKellen tra orchi e nani a più non posso, ma con un’atmosfera narrativa che
delizia il palato dei più esigenti e non. Questa lunga trasferta di novembre
continua con le fortunate vicende della trilogia scritta da Suzanne Collins,
che dei proseliti di Twilight sembra
solo conservarne l’autenticità dei personaggi, sorretti da una claustrofobica e
adrenalinica trama apocalittica/fantasy che riesce sempre a rigenerare nuovi
entusiasmi, vuoi per la freschezza adolescenziale a cui deve il proprio
fascino, vuoi per l’abilità scenografica a cui il cinema ha sempre fatto
riferimento, dal peplum alla fantascienza più sofisticata. Jennifer Lawrence (già
reduce da un Oscar) e Josh Hutcherson sono impeccabilmente perfetti nell’evoluzione
sociale di questo Videodrome circense polimorfico e assassino che assorbe e “rimasterizza”
tutti i clichè contemporanei, (Hunger
Games-La ragazza di Fuoco, il titolo del secondo episodio) miscelando
religione e consumismo degni di culti letterari più adulti di quel che possano
sembrare. Il risultato è rimesso nelle sorti di noi “comuni mortali e spettatori”, padroni almeno di poter scegliere e
decretare il vincitore di questa estenuante lotta di fine anno (e
Pieraccioni si assicura il colpo grosso con la complicità di Paolo Genovese
alla sceneggiatura del suo Un fantastico
Via Vai, alla
pari con l’inedito classico Disney-Pixar
Frozen, ispirato alla tradizionale favola di Andersen “La Regina delle Nevi”), con la certezza
di trovarci lo stesso appuntamento tra dodici mesi, con qualche variante nel
titolo e nei nomi degli stessi attori che continuano a dare il meglio di se
stessi, nel buon nome di un mestiere. Parola di Peter Jackson...
Paolo Vannucci
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