
Robert Pattinson e Kristen Stewart
ancora insieme, nel capitolo finale sempre diretto da Bill Condon, mentre è in
attesa un prequel dedicato al vampiro della Meyer.
La resa dei
conti è giunta al finale, tra entusiasmi e incassi al botteghino, tra
discussioni socio-educative di un fenomeno letterario felice per chi è
adolescente, leggero per chi osa sognare la giovinezza che fu, godibile per chi
pretende un cinema che ricicla clichè
letterari e mode contemporanee... insomma, nel bene e nel male, la “bigottona” Stephenie
Meyer ha decisamente travolto un pubblico di spettatori-lettori, stremati dalla
maratona dispensata in una quadrilogia (cinque romanzi, con lo spin-off, La seconda breve vita di Bree Tannent, dedicato
alla sfortunata neovampira di cui ne è stato dato corpo e anima nella infelice
intrusione della prima parte di Breaking
Dawn) battezzata cinematograficamente nel 2008 con la regia di Catherine
Hardwicke, cianotica rilettura anni ’80 fedele al romanzo, che ci ha introdotto nel mondo parallelo di lupi
e vampiri teenager, dove la truculenza è bandita e la novella in chiave shakespeariana
traccia i caratteri di un amore “sofferto” ma sempre a lieto fine. Promesse
mantenute nel successivo New Moon,
diretto un anno dopo da Chris Weitz, ampia tessitura (non solo musicale, visto
la riuscita partitura composta da Alexander Desplat) in terra toscana,
introducendo la famiglia dei Volturi manovrati da un mefistofelico Martin Sheen,
nei panni del capo clan Aro. Nuovi imprevisti si susseguono al ritmo dei
sempreverdi Muse (due hit in quattro film, Supermassive
Black Hole e Neutron Star Collision)
nel terzo capitolo Eclipse diretto da
David Slade, con ampie riletture teatrali da musical, per attirare
un’attenzione più matura nei risvolti sociali in cui si evolve lo stesso
romanzo, affidando ad Howard Shore l’abile sovranità di tanta manovrata disputa
tra lo stesso licantropo Jacob (Taylor Lautner) e un “terroristico” esercito di
trucidi neovampiri che vogliono minacciare l’unione di Edward e Bella. La
maturazione definitiva avviene con il neoassunto Bill Condon per il tanto
atteso matrimonio tra i due giovani, con sulfuree riprese da soap opera, per l’amplesso
più “complicato” che si possa raggirare, con una gravidanza che introduce la
tanto attesa trasformazione di Isabella in vampiro (gli effetti speciali da CGI
sempre affidati al Tippett Studio) e la
piccola Renesmee. Oggi siamo alla svolta
finale, tra le problematiche della coppia di neogenitori che vedono la loro
amorevole figlia semiumana (la piccola
Mackenzie Foy) crescere, contesa dalle attenzioni dei Volturi, drasticamente
mortali nella patriarcale sentenza di un diritto che viene energicamente
sostenuto dalla famiglia Cullen, aiutata dai vampiri “buoni” dei clan di tutto il mondo, chiamati a
difendere il proprio diritto alla famiglia. I giochi sono aperti, in questa
epica conclusione che ci ha visto maturare, almeno in parte, ammettendo che
l’innocenza rimessa nelle pagine di un budget milionario può servire realmente
a fare riflettere una moralità che sempre ha vacillato, quando le tematiche si
spogliano di una malizia che, volentieri, la cinica visione adulta lascia alla
purezza di quell’amore, non solo sognato dagli adolescenti di ogni generazione
e parte. E voi, da che parte state?
Paolo Vannucci
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