Riavvio della saga, arrivata alla
terza riedizione, per riportare il fumetto originale di Stan Lee e Steve Ditko
all’autentico splendore, tutto rielaborato in 3D.
Il ragno è
tornato, ma non il solito personaggio “amichevolmente” ricucito in tuta
rosso-blu, sempre devoto all’autentico fumetto Marvel disegnato da Steve Ditko,
uscito per la prima volta nel ’62 e in Italia “appropriato” nel ’70, quando
Nicholas Hammond indossò per primo la “famigerata” calzamaglia, nella serie
televisiva diretta da E. W. Swackhamer, diventata poi l’omonimo primo episodio
di una nostalgica trilogia, conclusasi nel ’79 con l’epitaffio L’Uomo Ragno sfida il Drago e il tutto
affidato alle serie animate che hanno coinvolto la prolifica Toei Animation,
partecipe degli innumerevoli restyling del personaggio. Ma la più effimera
rielaborazione cinematografica di
Spider-Man arriva dopo circa un ventennio, per mano di Sam Raimi, accollato
alla Sony, debitore di quelle prodezze tecnologiche che hanno devoluto stile e
fumetto saldi alla grafica tanto cara ai “fedelissimi” di Spidey: ansia
adolescenziale, pasticci ormonali e solare filosofia, tutto affidato al giovane
Tobey Maguire, che in cinque anni di uscite cronologicamente numerate (tre
episodi, dal 2002 al 2007), ha regalato il Peter Parker più adorabile che il
cinema abbia potuto elargire, complici le storie e i personaggi ricamati dal
decennio Marvel più glamour (’70-‘80, per intenderci), con una schiera di
“fedeli cattivissimi” annoverati nei nomi di Willem Dafoe (Goblin), Alfred
Molina (DOC-OC) e Topher Grace (Venom), affiancati da Kirsten Dunst (Mary Jane)
e James Franco (Harry Osborn, figlio di Norman/Goblin), inseparabili sino al
terzo capitolo della saga. Oggi, il nostro diciassettenne Parker torna più
accattivante che mai, nella atletica fisicità di un Andrew Garfield che ricalca
fedelmente l’ironia e le prodezze ginniche di un ragno alle prese con
problematiche molto sopra le righe, riappropriandosi di una biondissima Gwen
Stacy (Emma Stone), compagna di Peter e assistente del ricercatore Curt Connors
(Rhys Ifans, reduce dalla tragedia shackespeariana di Emmerich), antagonista
del nostro eroe, nelle terrificanti spoglie di Uomo-Lucertola nel nome di
Lizard. Marc Webb dirige un film egregiamente magistrale, abbandonando l’idea
di un quarto episodio dato in eredità dal buon Raimi, per ricominciare tutto
dal principio, con il sapore acre dei colori di quelle tavole disegnate nel
sessanta, devoluto dalla fotografia di John Schwartzman, maniacale nei
virtuosismi cromatici, umorali come lo stesso protagonista, impregnato nelle
stressanti angosce che si divincolano come testi di un fumetto senza tempo che
ritrova la sua originale dimensione, complice la nuova era firmata RED Epic
Camera, figlia del 3D. Novanta giorni di riprese, dal 2010 ad oggi, per essere
nuovamente pronti a cadere nella tela del più “problematico” adolescente della
storia del fumetto americano... ringraziando Stan Lee per tanto estro in punta
di matita... “dal vostro amichevole
vicino di casa Spider-Man!”
Paolo Vannucci
Nessun commento:
Posta un commento