
Un padre, una figlia e un amore che
deve ancora essere assaggiato... sono gli ingredienti per una perla da scoprire.
Alessandro,
il giovane professore di liceo (come nella vita, sceneggiatore e a Maggio sono
iniziate le riprese del film tratto da Bianca
come il latte, Rossa come il sangue)
ci riprova, immerso nelle problematiche di un ragazzo al bivio con la propria
maturità di uomo, in quelle responsabilità intrise di saggezza popolare e il
mestiere di insegnare, usando i propri paradisi artifciali come una corazza facile
per “fuggire”, ma non felice per “restare”... Restare vuol dire quannu l’amuri tuppulìa, ‘un l’ha lassari
ammenzu a via, quando l’amore bussa non devi farlo entrare in casa... e
quella casa si chiama Stella, intelligente, innamorata e che ora vuole “di più”
da quel giovane uomo che ancora vede i libri come bambini, ciascuno con il suo
odore buono, i suoi occhi e i suoi vezzi. Ma la vita, oggi, non può più essere
una bici nera appoggiata frettolosamente ai margini di una strada. E il giovane
prof sente quel sentimento come una “minaccia”, un limite nella sua missione
quotidiana di educatore, protetto da un’aula di Liceo... in quella I liceo dove
incontra gli occhi di Margherita. Quattordicenne... occhi verdi e capelli neri,
ancora troppo vuota per poter capire la vita, ma troppo vuota per sapere che
cos’è il Dolore. Un Padre che l’ha abbandonata, ...lei, suo fratello Andrea e
la madre. Ma c’è nonna Teresa che sa capire il vuoto che la fa soffrire. Quel
cerchio concentrico che si amplifica ogni volta, strati di se stessa densi come
lacrime, capaci di diventare una perla dalle caratteristiche uniche ed
irripetibili. Ma ogni perla ha il suo predatore, artefice della propria trasformazione... e
quegli occhi azzurri, quasi bianchi, in cui solo lei è capace di ritrovarsi,
hanno un nome... Giulio. Misterioso, ribelle... e “rifugiato” dalla vita. Anche
Giulio ha il suo stesso vuoto... schivo
e diffidente al punto di esserne protagonista assente. Il suo Dolore ha
il volto della Madre che l’ha abbandonato... e questo è ancora più feroce di
ogni altro ostacolo che si possa tramutare in astio... gelido rifiuto. L’Amore
è la loro medicina, fuggitivi felici in quella macchina “trafugata” che li
porta a Genova, ...alla ricerca del padre di Margherita. Un incidente... e
tutto si frantuma, come un castello di sabbia naufragato nella marea, che
trasporta conchiglie e rumori di lontano. La vita di Margherita appesa al filo di
Atropo, che le dita di Cloto, abile tessitrice,
fanno volgere fino all’ultimo nodo che si chiama Morte. Ma una perla di
rara bellezza possiede la durezza che la fa vivere, per essere ammirata da
tutti. Essere Ammirata da Giulio. Essere aiutata da quello strano professore
che, tra le lacrime della propria fragilità, riesce a capire il proprio ruolo
nella vita di Stella... insieme a Stella... per sposarsi e costruire insieme
quella vita che si chiama Felicità.
Una volta le
ho chiesto: “Nonna, secondo te perchè non
sono morta?”
E lei mi ha
risposto: “Dio fici l’omo per sentirsi
cuntare u cuntu”, Dio ha creato l’uomo per sentirgli raccontare le storie
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Paolo
Vannucci