AVENGERS: AGE OF ULTRON |
Secondo
capitolo della saga dei vendicatori, diretto da Joss Whedon, con James Spader a
ristabilire le ire psicoanalitiche di un collaudato gruppo di super eroi
Tornano Cap, Iron Man, Thor e soci
per un secondo capitolo da prequel a una saga di lunga durata.
“Super eroi
con super problemi?” Se inizialmente il motto della Marvel poteva attingere da
un simile binomio, non c’è mai stato sbarbatello che si possa essere lamentato riguardo
a quali origini potessero fare riferimento le fantastiche prodezze che hanno
sempre contraddistinto gli alfieri di quel patriottismo tutto made in USA. Se singolarmente hanno
fatto la fortuna dei botteghini, le cose non potevano andare meglio per quel
corposo e vincente “gruppetto” di superuomini che rispondono al nome dei
Vendicatori, uniti dal magnate Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.) che ha
fruttato più di un miliardo di dollari con il primo episodio del 2012, tanto
per riprendere confidenza con quegli agenti rimpiazzati dello S.H.I.E.L.D, voluti
da Nick Fury (Samuel L. Jackson) e reimpastati in maniera più o meno omogenea e
con le pecche caratteriali che li hanno fatti scontrare prima di scendere al
compromesso di unire le proprie qualità per migliorare il genere umano. Quindi
ecco nuovamente il dottor Banner/Incredibile Hulk (Mark Ruffalo) a dividere il
proprio sapere scientifico con Stark, dopo aver sbollito i propri risentimenti
nei confronti di Steve Rogers/Capitan America (Chris Evans) e il mitico Thor
(Chris Hemsworth), senza essere sedotti da Natasha Romanoff/Vedova Nera
(Scarlett Johansson) o nella mira del dardo di Occhio di Falco (Jeremy
Renner)... insomma tutti ancora in vena di scazzottate per una umanità che
sembra non meritarsi tanto dispiego di cervelli e muscoli. La soluzione sembra
venire proprio da Tony Stark, che per evitare di indossare maschere e relative
doppie identità, ha creato un clone di se stesso, ma dalla moralità evoluta
dallo stesso ingegno che porta Ultron (James Spader in capture motion) a
concepire la soluzione divina di porre fine al genere umano. A mali estremi,
estremi rimedi, che hanno garantito un secondo episodio in veste di prequel al
terzo capitolo in uscita nel 2018, diviso un due parti e con l’epitaffio Avengers: Infinity War (la seconda parte nel 2019), tanto per
ricollegarsi al fumetto originale che in Guerra
Civile (in Italia edito dalla Panini) ha gettato le basi per una crisi
morale all’altezza dell’ego dei singoli personaggi. Tutto si ricollega alla fervida
fantasia di Stan Lee, con una maturazione contemporanea che dal terrorismo
reale può facilmente deviare una contemporaneità quasi d’obbligo verso questi
eroi chiamati a difendere un’umanità sempre più idealizzata e identificata in
un super-cattivo di turno che ne possa rappresentare la debolezza che non
sempre si può associare alla meschinità. Quindi non possiamo che aspettare il
22 Aprile per “scendere in campo”, senza essere assuefatti dalle problematiche
di un Avengers: Age of Ultron che
sicuramente saprà rimanere fedele alle aspettative di chi non dubita
dell’efficacia dei sani eroi Marvel. Staremo a vedere...
Paolo Vannucci