venerdì 26 agosto 2011

“Tempo da Lupi” per il Cappuccetto Rosso Sangue di Catherine “twilight”Hardwichke


Rivisitazione in grande stile della favola popolare di Charles Perrault, nelle atmosfere neo-gotiche rivalutate dalla regista iniziatrice della saga di Stephenie Meyer

Un triangolo amoroso, una nonna, un bosco tenebroso e una maledizione da autentici lupi mannari. La favola è servita.

“Che occhi grandi che hai”, e per rispondere ci pensa la stessa Hardwichke, regista ormai immersa in quel vortice atemporale fatto di eroine romantiche immolate agli amori impossibili, travestiti da tenebrosi emaciati e imberbi lupi senza pelo addolciti dall’età. Dopo il successo del primo Twilight, dove l’ostinazione di Bella viene premiata, non solo al box office, ma come nuova icona di un filone gotico-adolescenziale capace di rivestire nuove metafore in salsa post moderna, Catherine Hardwichke ha dovuto soccombere ai voleri della Warner Bros e dai “desideri” di un Leonardo DiCaprio (in veste anche di sceneggiatore) fondatore della Appian Way, forse più per riappropriarsi del ruolo mancato del 17enne Edward Cullen, per sopraggiunti limiti d’età. Ma tutto sembra risolversi con la stessa formula, riadattando la più popolare delle favole per fanciulli, scritta da Charles Perrault (Le Petit Chaperon Rouge, 1697) e ripresa dai fratelli Grimm, ricreando una inedita adolescente, Valerie (Amanda Seyfried, reduce dall’analogo ciclo vampiresco di Jennyfer’s body) combattuta dall’amore per due giovani, il rassicurante Peter (Shiloh Fernandez) e il prescelto Henry (Max Irons), uno dei quali sembra celare un temibile segreto riposto in una maledizione della Luna Rossa, che attanaglia ogni mese nel terrore gli abitanti del villaggio. Sapori da neo serial televisivi che ormai allungano il passo con un cinema che ha forse paura di deludere le aspettative, ma tutto riposto nelle “rassicuranti” pretese di un pubblico under 18, che facilmente riassorbe ruoli e valori, basta che siano serviti con cura e maniacale dovizia (trucco ed effetti speciali nelle mani di Sharon Markell, Julie McHaffie e Bill Terezakis), capace addirittura di far riciclare Billy Burke (ex padre di Isabella Swan) e un inedito Gary Oldman nelle vesti del prete cacciatore, padre Solomon, riesumato da La Lettera Scarlatta di Roland Joffè. Non mancano la nonnina (Julie Christie) e il proverbiale confronto con “chi si cela sotto il pelo del lupo cattivo”... quindi, siamo tutti pronti per sederci in sala, accomodarci in poltrona e riascoltare la “solita” favola di cappuccetto rosso!

Paolo Arfelli

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