giovedì 26 febbraio 2009

DiCinema: la nuova Hollywood


Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide


Romanticismo, ironia e plumb inglese nell’attore che ha miscelato la commedia americana nel più riuscito cocktail di conformismo e humour britannico, conquistando i cuori femminili delle platee di tutto il mondo, in Hugh Grant


Il cinema americano ha avuto il merito di rinvigorire il genere rosa in commedie sapientemente tenute in equilibrio tra humour e leggerezza, distribuendo spessori e meriti in attori che sapessero incarnare il cliché del galantuomo, senza però intralciare dei percorsi professionali rivolti a ruoli e soggetti che nel dramma, si sa, possono abilmente elaborare il meglio di ogni capacità di attore. Passando, quindi, dal più prolifico Peter O’Toole, attore dai natali attinenti a quella tipica rigidità che sorride abilmente a quella sempreverde pungente canzoneria di stile, tutto si risolve con il regista padrone assoluto di un genere, in quel Billy Wilder, re assoluto della commedia americana, forte dei successi più famosi in Quando la moglie è in vacanza, Baciami stupido e il più blasonato Sabrina, per non tralasciare la commedia culto musicale in A qualcuno piace caldo, dove la stessa coppia Lammon-Curtis può sicuramente riallacciare quel contemporaneo attore di un cinema hollywoodiano in Hugh Grant (Hugh John Mungo Grant), nato a Londra nel sessanta (nove settembre), ristabilendo quell’ultimo azzardato riavvicinamento nella stessa commedia girata nel 2007 e diretta da Marc Lawrence, Scrivimi una canzone, dove le ammiccanti forme di una indimenticabile Marilyn Monroe possono venire sostituite dalla stessa rinascita di una stella ritrovata in Drew Barrymoore, nuova cenerentola della commedia americana, sapientemente provata da una vita privata salvata dalle spire oscure dello star system che alleva bambine prodigio per poi sbarazzarsene a giochi fatti; si parla del battesimo spielberghiano in E.T, lontanissimo da quella successiva metamorfosi accostabile alla stessa crescita di una “ragazza perduta”, abilmente sfruttata dai soggetti interpretati. La carriera di Hughie debutta nella compagnia a cui ha fatto parte, nella stessa università di Oxford in cui si è laureato in letteratura e che, svogliatamente, ha avviato il giovane attore alla carriera cinematografica, cominciando dallo stesso Privileged, coprodotto dalla stessa neonata “Oxford film company” (all’interno dell’ateneo) e diretto da Michael Hoffman, per passare a produzioni strettamente televisive che hanno rimandato solo di poco quel successo anticipato dalla sua prima pellicola di spicco, diretta da James Ivory, Maurice, a fianco di attori del calibro di Ben Kingsley e Denholm Elliott. Una commedia sul tema dell’omosessualità, che ha solo raffinato il culto di quella patinata casta di film cameo attinti nella sobrietà, che ha regalato la Coppa Volpi a Grant, confermata dal suo primo grande successo mondiale, quel Quattro matrimoni e un funerale, vincitore del suo Golden globe come miglior attore e promotore di quella schiera di successivi film che hanno deliziato il gusto dell’ultima commedia americana. Rispolverando una replica di culto nel regista Ivory con Quel che resta del giorno, la carriera cinematografica di Hugh procede nel monito della vèrve comica e felice, abbinandosi ad attrici come Julianne Moore, Julia Roberts e la più celebrata Renèe Zellweger, partner di successo nei due episodi diretti da Sharon Maguire e Beeban Kidron, rispettivamente Il diario di Bridget Jones e Che pasticcio, Bridget Jones!. Più commerciale rimane il leggero Nine Months - imprevisti d’amore, dove alla Moore si affianca una spalla comica di tutto rispetto come Robin Williams e una inedita coppia Joan Cusack e Jeff Goldblum, come, del resto, per About a Boy, film dedicato alle complessità nevrotiche di un quarantenne alle prese con una paternità “sofferta” da una inesauribile sindrome di Peter Pan, affiancato da un’appetibile Rachel Weisz e Nicholas Hoult nel ruolo del prodigo dodicenne. La commedia più felice rimane il più fortunato Notting Hill, diretto da Roger Michell, che lo rimanda a quella sobrietà tipicamente inglese già assaporata nel film di Mike Newell (il funerale più anticonformista della storia del cinema); una leggera favola in stile hollywoodiano nel mito dell’attrice che si innamora del ragazzo della porta accanto, mantenendo i toni dell’impegno grazie alla coppia Grant-Roberts e una abile strizzatina d’occhio al primo stile “all Montgomery Clift” rubato da I giovani leoni di Edward Dmytryk. Hugh Grant si conferma, quindi, portavoce di quella innocente ambiguità che cerca sempre di riflettere le ansie e le complicate timidezze di quello stile “bravo ragazzo” che non sempre mantiene le aspettative di un clichè che facilmente alterna divagazioni forvianti, vedi lo stesso episodio-scandalo nella reale vita privata, “pizzicato” in auto con una prostituta di colore. Oggi Grant mantiene lo stesso carisma degli esordi, legando la sua vita sentimentale a volti glamour come la prima modella Elizabeth Hurley e la stessa ereditiera Jemina Goldsmith. Del resto, come resistere a un fascino in puro English Style di un provato rubacuori travestito d’attore ?

Di seguito, tutti i film dell’attore:

(2007) Scrivimi una canzone (2006) American Dreamz (2005) Travaux - Lavori in casa
(2004) Che pasticcio, Bridget Jones (2003) Love actually (2002) Two weeks notice - Due settimane per innamorarsi (2002) About a boy (2001) Il diario di Bridget Jones (2000) Criminale da strapazzo (1999) Mickey occhi blu (1999) Notting Hill (1996) Extreme Measures - Soluzioni estreme (1995) Restoration - Il peccato e il castigo(1995) Ragione e sentimento (1995) Nine Months - Imprevisti d'Amore (1995) L'inglese che salì la collina e scese da una montagna (1995) Un'avventura terribilmente complicata (1994) The changeling (film tv) (1994) Sirene (1994) Quattro matrimoni e un funerale (1993) Night Train to Venice (1993) Quel che resta del giorno (1992) Luna di fiele (1991) Chopin amore mio(1991) The trials of Oz (film tv)(1991) Our sons (film tv) (1990) The big man (1989) Till we meet again (film tv)(1989) Champagne Charlie (film tv)(1988) L'irlandese (1988) Nocturnes (1988) Una notte a Bengali (1988) The lair of the white worm (1987) Maurice - Clive Durham

Nessun commento:

Posta un commento