martedì 5 settembre 2017

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCINEMA: JOHN CUSACK
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Sobrietà e carisma, per uno dei volti del cinema internazionale che ha saputo imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana, nelle qualità di attore di John Cusack.

Ebbene si… avere la faccia da bravo ragazzo ti può aprire le porte di qualsiasi avvenire, almeno quel tanto che basta da dover essere supportato dalle qualità indispensabili per essere un vincente da intenditori. John Cusack è sicuramente quel cavallo di razza a cui tutti possono ambire, visto una famiglia d'arte che ha davvero impreziosito il meglio della commedia adolescenziale sino al dramma da grande blockbuster. Quarto di cinque figli (la sorella Joan ne ha condiviso il successo in ben dieci film), di padre attore e produttore e madre insegnante, la carriera di attore comincia giovanissimo, non ancora ventenne, nella prima apparizione del film diretto da Lewis John Carlino, Class, padroneggiato dalla coppia Rob Lowe e Andrew McCarthy, per continuare a partecipare a quei “sermoni” adolescenziali firmati John Hughes, partendo da Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, per approdare nel Sacco a pelo a tre piazze di Rob Reiner, al fianco di Daphne Zuniga. Quello che riesce a dimostrare è la spontaneità a cui si affianca una fiducia da bravo attore, confermandolo anche in quelle brevi apparizioni che però sanciscono la riuscita di un messaggio, vedi il cameo in Stand by me, sempre di Reiner. Si avvicendano commedie di facili consensi, sorretto dalla mano abile di registi capaci di ottenere il meglio dell'attore, vedi Woody Allen nel suo Pallottole su Broadway, senza tralasciare film di spicco come Rischiose abitudini (di Stephen Frears) per passare al pretenzioso Morti di salute di Alan Parker, al fianco di un collaudato Matthew Broderick. Continuano le felici commedie passando da I perfetti innamorati di Joe Roth, al fianco di Julia Roberts e Catherine Zeta-Jones, a Serendipity – Quando l'amore è magia, diretto da Peter Chelsom. Roland Emmerich lo reclama per il suo imponente 2012, epico dramma sulle sorti di un pianeta oscurato dalla profezia dell'apocalisse, per rivisitare un inedito biopic sulle orme di Edgar A. Poe, nel The Raven diretto da James McTeigue. Un filone che lo vede protagonista rivalutato, dato il successivo Il cacciatore di donne di Scott Walker, per tornare ad impreziosire quel dramma d'autore che l'età più matura lo impone, vedi il riuscito The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca, diretto da Lee Daniels. Non poteva mancare la chiamata di Spike Lee, che lo dirige in Chi-Raq, per conciliare una carriera attiva fatta di successi che hanno meritatamente impreziosito la bravura di Cusack. 
Paolo Vannucci