martedì 26 aprile 2016

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCINEMA: KEVIN BACON
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Interprete di prim’ordine dell’ultima generazione del grande cinema da protagonisti, l’energia e l’impegno nel talento di Kevin Bacon.

Cosa vuol dire essere un ponte tra due epoche, due modi di fare cinema, due maniere di raccontare una sola realtà, fatta di vite sospese tra i conflitti tipici dati dall’età, le storie che devono essere spaccati credibili di una società che ci accompagna nei fatti della vita, senza dimenticare che i crediti che rilasciano, sono sempre un conto aperto che riguarda solo noi stessi. Kevin Bacon, volto frizzante, sbarazzino e tagliente, quando era nella mischia di quei giovanotti chiamati John Belushi, Tom Hulce e lo stesso Sutherland, nell’anarchico e irresistibile Animal House di Landis, primo grande trampolino di un emergente che ha cominciato a soli diciassette anni (come tanti altri, no?), in un corso di recitazione di appena cinque settimane, per poi lasciare la propria famiglia (il padre architetto e la madre insegnante) per intraprendere la strada dell’attore. Primi esordi teatrali che lo portano immediatamente a presiedere ruoli di rilievo nei vari Venerdì 13 (il capostipite di una lunga serie della saga Horror cult del cinema contemporaneo), per ritrovarsi nel graffiti di A cena con gli amici (analoga “tavolata” con Steve Guttenberg e Mickey Rourke, diretti da Barry Levinson) e conoscere la vera celebrità con il cult generazionale anni ’80, Footloose, rifacimento musical di un verosimile Gioventù Bruciata, con piacevoli canzoni che hanno regalato vari adattamenti musical teatrali e una recentissima versione cinematografica (2012), più sottotono degli originali interpreti (vedi Lori Singer, Diane West e John Lithgow). Incursione nello psico thriller diretto da Martin Campbell, Legge Criminale (1989), al fianco di Gary Oldman, omaggiando il maestro Hitchcock con richiami all’altezza della celebrata filmografia, per sondare il terreno splatter anni 50 con il riuscito Tremors, diretto da Ron Underwood, seguito dal Linea Mortale di Joel Schumacher, per riscrivere la commedia americana con il delizioso Dice Lui, dice Lei (regia a quattro mani di Ken Kwapis e Marisa Silver). Lo stesso anno interpreta Willie O’Keefe (uno dei testimoni chiave del complotto), nel controverso JFK di Oliver Stone, a cui seguono Codice d’Onore (una delle migliori “arringhe da tribunale” apparse sullo schermo), coprotagonista di Tom Cruise e un memorabile Jack Nicholson. Prima nomination al Golden Globe con il drammatico Il Fiume della paura, comprimario di Meryl Streep, per riapprodare al Kolossal americano con Apollo 13, sulla scia dell’allunaggio più “problematico” della storia della NASA. Analoga sorte nel prolisso Sleepers, in una amara danza di personaggi (Robert De Niro, Dustin Hoffman e Brad Pitt) nello sfondo di una New York vista dal basso, tema ripreso qualche anno dopo da Clint Eastwood con Mystic River e successivamente da Nicole Kassell nel suo The Woodsman – il segreto, film in cui il tema della pedofilia traccia un solco profondo tra la verità e il necessario bisogno di sondare difficili problematiche a cui dare risposta. Considerando una parentesi di doppiaggio animato, nel Balto prodotto da Spielberg, la recente incursione nel restyling della Marvel, X-Men First Class ha veicolato Bacon verso una caratterizzazione più contemporanea dei personaggi da cinema, dove i tempi più dinamici si conciliano nella recente produzione televisiva The Following, confermando una carriera di rispettabile cinema da protagonisti.
Paolo Vannucci

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