lunedì 7 marzo 2016

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCINEMA: EWAN McGREGOR
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Stabilità e impegno, nelle qualità di un grande talento del cinema contemporaneo, nel nome di Ewan McGregor.

Prendete un cristallo, preferibilmente carbonio. Durissimo. Trasparente. Incolore. Prezioso per la sua rarità. Usato in cinematografia. Volete un nome in assoluto? Ewan McGregor. Scozzese. E’ impossibile trovare tanta rarità in un solo nome di attore. L’Attore. L’Artista. Quando l’integrità morale caratterizza la fragilità e la sensibilità di un uomo, nei personaggi che devono immolare conflitti e trionfi della vita. Figlio di insegnanti e con un fratello maggiore, pilota di aerei dell’aviazione militare inglese, si diploma alla Guildhall School of Music and Drama, per trovare subito una parte nel film televisivo Lipstick on your collar, a cui si susseguono varie serie e film distribuiti sempre dalla BBC, tra cui Scarlet & Black e Family Style, per approdare al grande schermo con il primo successo, Trainspotting (1996), commedia dissacratoria diretta da Danny Boyle, nel disagio giovanile riletto come fuga dalla realtà, vincitore dell’Efebo d’oro e precursore di una carriera in ascesa per McGregor, dal rifacimento di Little Voice – E’ nata una stella (adattamento del musical teatrale londinese The Rise and the Fall of Little Voice di Jim Cartwright), al biopic Velvet Goldmine, sullo scenario glam rock della swinging London degli anni sessanta, per confermare un successo di prestigioso vocalist nel celebrativo Moulin Rouge di Baz Luhrmann, al fianco di Nicole Kidman. Il cinema epico lo reclama, nel garante di George Lucas che lo vuole nei conclusivi tre episodi della saga di Star Wars, nel ruolo di un giovane Obi-Wan, maestro jedi dell’apprendista Anakin (Hayden Christensen), per partecipare al caleidoscopico contenitore di sogni orchestrato da Tim Burton, Big fish – Le storie di una vita incredibile, passando al doppiaggio nel lungometraggio in computer grafica siglato Fox- Blue Sky, Robots (era Rodney), elaborata favola d’animazione moderna, nei sogni di un aspirante “inventore” di successo. Michael Bay lo dirige nel suo The Island, al fianco di Scarlett Johansson, moderno restyling del romanzo di William F. Nolan & George Clayton Johnson, La Fuga di Logan, per sancire il trionfo narrativo dello scrittore Dan Brown, nel prequel Angeli e Demoni (sempre diretto da Ron Howard) del primo Il Codice da Vinci, bellissima tessitura sociale e spirituale sui dogmi della Chiesa e della Scienza, al fianco di un impeccabile Tom Hanks nel ruolo dell’agente Robert Langdon. Lo spirito dissacratorio dei tempi odierni lo coinvolge nella precaria commedia diretta da Grant Heslow, L’Uomo che fissa le Capre, al fianco di un George Clooney già abituato a divagazioni sul genere. La fiaba fantasy moderna lo rivuole nel tiepido Tata Matilda e il grande botto, con una Emma Thompson che cerca di far “dimenticare” una troppo ingombrante Julie Andrews e la sua deliziosa Mary Poppins, per doppiare (in casa Disney) il lungometraggio Rapunzel – L’intreccio della torre (era Plowden), precursore dell’attuale film sulle orme di Jack e il fagiolo magico, nella rielaborata edizione titolata Il Cacciatore di Giganti. Il dramma catastrofico-ambientale, sullo scenario sentimentale di un padre di famiglia in lotta con le forze della natura, lo vede protagonista al fianco di Naomi Watts, nel The Impossible, sulla strada di un successo che ha visto McGregor imporre le proprie indiscusse qualità di artista, nella musica e nel teatro, sin dai primi esordi nella commedia Little Malcolm and His Struggles Against the Eunuchs, diretta dallo zio Denis Lawson, al recente successo di Iago, nella trasposizione del dramma Shakespeariano Othello, con Chiwetel Ejiofor e Kelly Reilly nel ruolo di Desdemona.   
Paolo Vannucci