domenica 14 giugno 2015

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCinema: ARNLOD SCHWARZENEGGER
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi  che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide

Muscoli e cervello, nell’attore che ha caratterizzato uno dei cliché moderni di Hollywood, nelle doti di Arnold Schwarzenegger.  


Se il peplum è sempre stato il detentore di quel primato di cultura fisica che ha innalzato, nell’Olimpo dei “superpompati”, quel cospicuo gruzzolo di atleti che hanno saputo far prevalere la prestanza fisica a favore di quel cinema che ha portato autentici sconosciuti alle soglie del successo, possiamo passare da quei nomi che hanno alimentato il nostrano dozzinale, spopolando nei vari Ercole e Maciste che hanno messo in luce i vari Mark Forest, Gordon Scott e il promotore stesso di quella casta di nerboruti caratteristi, Bartolomeo Pagano, diretto in primis nel 1915 da Vincenzo C. Dènizot, portando uno scaricatore di porto diventato Capo Spedizioniere in quel di Genova, nel battesimo di una lunga serie nel nome dell’omonimo Maciste, a cui seguirono innumerevoli e dissacratorie parodie, che di certo non hanno scalfito gli estimatori del genere. Tutto questo a vantaggio di quel cinema americano che ha saputo indirizzare meglio il talento e le qualità dei nuovi bodybuilder votati alla macchina da presa, e senza dubbio l’austriaco Arnold Schwarzenegger ha saputo rivalutare un cliché che ha sempre demolito l’uomo dietro il divo celebrato nei soli muscoli. Di modeste origini, di indubbia velleità sportiva, intraprende l’attività di culturista a soli quattordici anni, incentivato da Kurt Marnul (Mister Austria) che lo porta al titolo nazionale a soli diciassette anni. Una dedizione alla cultura fisica che lo vede vincere il titolo di Mr. Universo nel 1967, a vent’anni, per conseguire la massima onorificenza per quattro volte, senza deteriorare il valore dell’istruzione che ripone in una laurea in economia e marketing. Ma è il cinema che stabilisce la prima carriera professionale di Arnold, trasferitosi negli Stati Uniti al finire degli anni sessanta, frequentando la palestra di Joe Weider, conseguendo il titolo di Mr. Olympia nel 1970, detenendolo per ben sei volte. Gli esordi d’attore lo vedono ripiegato in comparsate marginali e caricaturali, per avere il primo ruolo importante nel Ercole a New York, con lo pseudonimo di Arnold Strong. Ma è con il personaggio fantasy di Conan che consacra il definitivo esordio da protagonista, interpretandolo nel prequel diretto da John Milius e il successivo Conan il distruttore di Richard Fleischer, con Grace Jones a incorniciare un sequel dai toni più commerciali. Con James Cameron arriva il ruolo che lo ha plasmato nel suo stesso cliché, in quel Terminator che lo ha visto interprete nei primi tre episodi della serie, da Terminator 2 – Il giorno del giudizio (sempre di Cameron) e il terzo, con l’epitaffio le macchine ribelli, diretto nel 2003 da Jonathan Mostow, per arrivare all'odierna trilogia con Terminator Genisys . Marginale, rispetto alla stessa filmografia, rimane Commando, per tenere il battesimo di quel Predator che ha innescato vari sequel più o meno fedeli al progetto iniziale. Ivan Reitman lo accosta alla commedia nel riuscito I Gemelli (Twins) con Danny DeVito a fare da comprimario a tanta “prestanza comica”, per proseguire con il delizioso Un Poliziotto alle elementari (Kindergarten Cop), sempre del regista. Walter Hill lo “investe” con tanto di Colbacco, nella commedia Danko, al fianco di James Belushi, in piena distensiva guerra fredda del periodo Gorbaciov. Cameron non demorde, e impacchetta un innovativo live-action, come da sua tradizione, nel True Lies al fianco di Jamie Lee Curtis. Vera nemesi di attore rimane Last Action Hero – L’ultimo Grande Eroe, contenitore fantasy di personaggi che regalano interpretazioni di se stessi, a servizio dei nuovi effetti speciali. La seconda vita professionale di Schwarzenegger è riposta nella carriera politica, iscritto al partito repubblicano e insignito della carica di Governatore della California, con la revoca dell’uscente Gray Davis, battendosi per le facilitazioni sanitarie per le classi meno abbienti e le agevolazioni burocratiche per gli immigrati. Sposato con la giornalista Maria Shriver, nipote di John F. Kennedy, rimarchevole rimane la sua attività imprenditoriale, nel picco più celebrato nella famosa catena di ristoranti per Celebrity, Planet Hollywood, al fianco di Stallone e Bruce Willis, operazione risolta con “revoca di contratto”, felicemente dipartita nella rimpatriata degli stessi attori nel film I Mercenari. Una vita all’insegna della determinazione e dell’impegno, per un uomo che ha saputo coniugare culturismo e alto valore professionale, raggiungendo i posti più alti degli status sociali.

Paolo Vannucci