lunedì 2 marzo 2015

Andrea De Carlo... e il suo “CUORE PRIMITIVO”



ANDREA DE CARLO: "CUORE PRIMITIVO"

18° romanzo dello scrittore milanese, nelle nuove prospettive di esplorazione delle sue tecniche di seduzione

Mara Abbiati, Craig Nolan e Ivo Zanovelli sono i nomi dei protagonisti di un eclettico triangolo che esplora l’istinto delle emozioni.

“Non hanno idea di come interpretare i reciproci respiri, i reciproci suoni inarticolati. Non hanno nessuna routine rassicurante, nessuna sequenza familiare di gesti da anticipare dall’inizio alla fine. L’inizio chissà dov’è, la fine è impossibile intravederla; sanno così poco uno dell’altra, o di come arrivarci. Ma poi arrivare a cosa? Sono davvero impegnati nello stesso identico gioco? O in una gara affannosa in cui uno dei due deve prevalere sull’altro? A lei sembra che niente corrisponda a quello che sa, eppure prova per lui un senso di familiarità inspiegabile, sconvolgente, esaltante. La sovraccoperta con i gigli ricamati si arriccia a onde sotto la sua schiena ogni volta che si inarca, le lenzuola si increspano, i cuscini si spostano, cadono sul pavimento. Lei registra questi particolari senza pensarci davvero; è troppo presa nella compenetrazione affannosa di intenzioni consistenze forme, nell’invasione desiderata contrastata facilitata.”  Mara Abbiati è la sensualità di una donna descritta senza soffermarsi sull’età che la contraddistingue, come per tutti e tre i protagonisti. Una scultrice, artista che si compiace della sua energica vitalità che riversa nelle sue forme scolpite nel tufo, pietra fragile e consistente allo stesso tempo. Una relazione con Craig Nolan, marito affettuoso e complice di quel loro matrimonio che si basa sull’accettare quelle infedeltà che sembrano naturali, ovvie nella loro inconsistenza. Un antropologo, scrittore, ricercatore, vittima di un incidente in quella casa di Canciale, sull’appennino ligure. Poi arriva Ivo Zanovelli, un costruttore senza inibizioni, oscuro nella sua spavalderia costruita dalle esperienze della vita. A lui hanno affidato il compito di ristrutturare la loro abitazione, dopo quell’incidente sul tetto sprofondato dal peso del marito. “Ivo la guarda: ci sono mille domande nel suo sguardo, e nessuna risposta. Lei gli strappa di mano il casco, se lo mette in testa, chiude la fibbia, monta sul sedile, poggia i piedi sulle pedaline. Incredibilmente non ha più nessun pensiero-esploratore nella testa, che vada avanti a perlustrare affannosamente il terreno prima di lei; non ha più nessuna riflessione, nessuna considerazione. E’ occupata quasi esclusivamente dalle sensazioni, dalla velocità con cui le batte il cuore. Lui si rimette gli occhiali, allunga una mano dietro di sè per assicurarsi che lei sia ben sistemata; gira la manopola del gas, fa ruggire il motore. Lei gli stringe forte le braccia intorno, gli si preme contro. La Bonneville prende velocità, su per la strada a curve che sale verso il passo appenninico e da lì arriva a un bivio e da lì ad altri bivi per altre strade  che si diramano verso nord est ovest sud, in tutte le direzioni del mondo.”   
Oggi l’obiettivo fotografico capace di impressionare emozioni ed immagini è diventato digitale, trasformando un linguaggio modernizzato dall’uso costante dei media contemporanei, e Andrea De Carlo si dimostra capace di assorbire status e logica senza privarsi di quella caratteristica tipica dei suoi romanzi che si chiama prospettiva dei sentimenti.   
    
Paolo Vannucci

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