martedì 25 febbraio 2014

DiCinema: la nuova Hollywood

DICINEMA: HAROLD RAMIS
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi  che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide

Brillante autore dello star system hollywoodiano, l’omaggio a uno dei protagonisti della commedia americana nelle doti di Harold Ramis.
  
Quando essere protagonisti  vuol dire il nome dietro un volto che è l’emblema di quella commedia brillante che ha la portata di un grosso titolo per poter rimanere impressi nell’immaginario collettivo... e ad Harold Ramisi è bastato piazzare il suo nome in mezzo ai quegli scriteriati di Bill Murray e Dan Aykroyd, nel fagocitante contenitore post SNL che risponde al nome di Ghostbusters, complici le nebulizzanti ire paranormali degli spiritelli più disinfestati d’america, al tocco di Ivan Reitman per entrambi gli episodi, per passare poi dietro la macchina da presa nel divertentissimo Ricomincio da capo, nel dirigere proprio il comprimario Murray in una commedia brillante sulle traversie temporali di un cronista d’assalto.  Successo cinematografico battezzato in primis da National Lampoon’s Vacation , il caposaldo che lo ha visto mettere in luce le sue qualità di autore, sceneggiatore e regista per il grande schermo. Classe ’44, nato a Chicago da Ruth e Nathan Ramis, proprietari di un negozio di alimentari, la carriera artistica di Harold si mette in luce per le sue rappresentazioni al college, rispondendo alle rivisitazioni di Graucho Marx per passare poi a giornalista Freelancer prima di dedicare la sua vita a quel cinema che lo ha visto protagonista per ruoli di comprimaria importanza, vedi la riuscita incursione in Baby Boom, diretto da Charles Shyer e al fianco di Diane Keaton, per non tralasciare lo stesso Stripes (Un plotone di svitati), sempre di “papà” Reitman per essere regista di calibratura nei riusciti Mi sdoppio in quattro (complice Michael Keaton in vena di molteplici prodezze in computergrafica) e lo stesso Terapie e pallottole  e Un Boss sotto stress per le spassose traversie tragicomiche in salsa mafia comedy di un Robert De Niro che ironizza se stesso con una spalla di tutto rispetto in Billy Crystal. Venuto a mancare lo scorso 24 febbraio per una rara malattia infettiva, rimarrà per sempre uno dei caratteristi che hanno saputo dare vita a quel cinema che tanto ha dato al patrimonio in celluloide che nessuno riuscirà a scalfire... mai.

Di seguito, tutti i film interpretati dall’attore:

Attore
•             Stripes - Un plotone di svitati (Stripes), regia di Ivan Reitman (1981) - anche sceneggiatura
•             Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters), regia di Ivan Reitman (1984) - anche sceneggiatura
•             Baby Boom, regia di Charles Shyer (1987)
•             Il sentiero dei ricordi (Stealing Home), regia di Steven Kampmann e William Porter (1988)
•             Ghostbusters II, regia di Ivan Reitman (1989) - anche sceneggiatura
•             Ricomincio da capo (Groundhog Day) (1993) - anche regia e sceneggiatura
•             Airheads - Una band da lanciare (Airheads), regia di Michael Lehmann (1994)
•             Love Affair - Un grande amore (Love Affair), regia di Glenn Gordon Caron (1994)
•             Qualcosa è cambiato (As Good as It Gets), regia di James L. Brooks (1997)
•             Alta fedeltà (High Fidelity), regia di Stephen Frears (2000) - scene eliminate
•             Orange County, regia di Jake Kasdan (2002)
•             I'm with Lucy, regia di Jon Sherman (2002)
•             The Last Kiss, regia di Tony Goldwyn (2006)
•             Molto incinta (Knocked Up), regia di Judd Apatow (2007)
•             Walk Hard: La storia di Dewey Cox (Walk Hard: The Dewey Cox Story), regia di Jake Kasdan (2008)
•             Anno uno (Year One), regia di Harold Ramis (2009)

Regista
•             Palla da golf (Caddyshack) (1980)
•             National Lampoon's Vacation (1983)
•             Club Paradise (1986)
•             Ricomincio da capo (Groundhog Day) (1993) - anche sceneggiatura e produzione
•             Stuart salva la famiglia (Stuart Saves His Family) (1995)
•             Mi sdoppio in 4 (Multiplicity) (1996) - anche produzione
•             Terapia e pallottole (Analyze This) (1999)
•             Indiavolato (Bedazzled) (2000) - anche sceneggiatura e produzione
•             Un boss sotto stress (Analyze That) (2002)
•             The Ice Harvest (2005)
•             Atlanta (2007) (TV)
•             Anno uno (Year One) (2009)

Sceneggiatore
•             Animal House (National Lampoon's Animal House), regia di John Landis (1978)
•             Polpette (Meatballs), regia di Ivan Reitman (1979)
•             Palla da golf (Caddyshack) (1980) - anche regia
•             Stripes - Un plotone di svitati (Stripes), regia di Ivan Reitman (1981)
•             Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters), regia di Ivan Reitman (1984)
•             A scuola con papà (Back to School), regia di Alan Metter (1986)
•             Club Paradise (1986) - anche regia
•             Pazzi da legare (Armed and Dangerous), regia di Mark L. Lester (1986)
•             Due palle in buca (Caddyshack II), regia di Allan Arkush (1988)
•             Ghostbusters II, regia di Ivan Reitman (1989)
•             Ricomincio da capo (Groundhog Day) (1993) - anche regia e produzione
•             Terapia e pallottole (Analyze This) (1999) - anche regia
•             Indiavolato (Bedazzled) (2000) - anche regia e produzione
•             Un boss sotto stress (Analyze That) (2002) - anche regia
•             Anno uno (Year One) (2009) - anche regia
               

Paolo Arfelli

lunedì 17 febbraio 2014

LA BELLA E LA BESTIA


VINCENT CASSEL & LèA SEYADOUX
Christopher Gans dirige Vincent Cassel, digitalmente Bestia nel restyling della più romantica favola europea celebrata dalla Disney

Motion capture e atmosfere “dark” prese in prestito dal cinema di Coppola, per una  delle favole più celebrative della letteratura europea,  nel remake francese de La Bella e la Bestia.


“Al cuor non si comanda”... così sembra aver pensato il regista Christopher Gans, audacemente responsabile di aver riproposto una delle favole più care all’immaginario fantasy di ogni età, nel romanticismo gotico di cui  ne è consapevole, reduce da Il patto dei Lupi  e il meno attinente Silent Hill, per aver voglia di immergere lo spettatore nella più classica delle fiabe per i facili palpiti di ogni palato intenditore, anche se la strizzata d’occhio al culto storico di Stoker rivisitato da Coppola non sembra distorcere il naso ai più esigenti, facendone virtù nei ricercati costumi cuciti addosso a un Vincent Cassel ormai abituato a simili prodezze in punta di piedi, visto che già Walt Disney ha saputo rigenerarne una delle prime versioni in computer grafica degne di attenzione, considerando che parliamo del ‘91 e di Motion capture non se ne sapeva praticamente nulla. Non possiamo di certo tralasciare il film d’animazione russo diretto da Lev Atamanov, siglato 1952, impastato di quella tradizione che ha saputo attingere nel folklore dal cui paniere si impastano proseliti di facili consensi, per passare da film minori che hanno avuto il merito di intercalare attese che hanno saputo accontentare il pubblico di ogni età, citando il remake diretto da Fielder Cook sul finire degli anni settanta, per un’attesa lunga circa un decennio che ha saputo arricchire il canestro delle delizie, almeno nel palinsesto televisivo made in USA, con un paio di interessanti produzioni che hanno elaborato l’immaginario degli sceneggiatori, attenti a miscelare messaggio e spirito d’improvvisazione. Cominciamo con la prima (entrambe prodotte dalla CBS), trasmessa dal 1987 al novanta, tecnicamente e stilisticamente una delle più fascinose trasposizioni del culto originale, trovando nella scelta degli interpreti la giusta alchimia interpretativa che ha saputo alimentare il fascino della fiaba originale. La storia di Catherine e Vincent, lei avvocato (Linda Hamilton) e lui bestia (Ron Perlman) padrone dei sotterranei cunicoli della metropolitana New York, dove il pregio della serie rimane proprio nella filosofica battaglia interiore tra il bene e il male, in quel popolo diviso tra lo spirito di conservazione puro e il consumismo che tutto fagocita senza lasciare respiro, confondendo i tratti di quell’amore che sublima lo spettatore proprio per l’essenza stessa da cui è concepito. Un uomo metà Leone, nel cuore e nell’istinto, capace di aiutare il prossimo sollevato dalla presenza di quell’amore corrisposto, carnalmente e spiritualmente. Stessa sorte tocca alla recente versione trasmessa dal 2012, figlia dei nostri tempi, in quelle dispute internazionali che fanno di necessità virtù, confondendo gli esperimenti scientifici con l’essenza stessa di quei conflitti etnici che sembrano non aver nulla di logica umanità. Di tono più “tiepido”, i momenti che vogliono saper sottolineare le atmosfere calde di un amore impossibile rimandano il sequel come continuazione ideale della precedente, ricalcandone i nomi con qualche variante nella sceneggiatura, passando da avvocato ad agente di polizia per la Bella Catherine (Kristin Kreuk), e da latente paladino sotterraneo a corpo speciale dell’arma per la Bestia Vincent (Jay Ryan). Tutto a favore di quell’odierna trasposizione che deve tutto al fascino originale del musical made in Disney, miscelando cartoon e quel pizzico di originalità affidata all’interpretazione di Cassel e la bella Lèa Seyadoux, per un amore che non conosce confini...


        Paolo Vannucci

lunedì 3 febbraio 2014

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCinema: PHILIP SEYMOUR HOFFMAN
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi  che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide


Drammaticità e commedia d’autore per uno dei grandi attori dell’ultima generazione, nell’omaggio dedicato alla recente scomparsa di Philip Seymour Hoffman.   

Quando la vita privata di un attore può essere comune a tanti dei grandi nomi di celebrità che uniscono il loro nome a quella sregolatezza che facilmente può diventare sinonimo di talentuoso talento. A Philip Seymour Hoffman (classe 1967) è bastata una carriera di primaria imposizione nell’ingombrante cerchia delle star hollywodiane, forgiato dalla sua voglia di calcare le scene di quel teatro che lo vede uscire dai corsi di arte drammatica con le sue prime partecipazioni a quel cinema indipendente che lo mette in rilievo per quel primo ruolo importante scelto proprio da Martin Brest per il suo fortunato Scent of a Woman, al fianco di Al Pacino, per concatenare una ricca serie di successi che non hanno mai smesso di mettere in rilievo quell’istintiva capacità di dare forma e vita a quel carattere di attore che identifica sempre l’originalità del personaggio, solo come i grandi attori hanno la fortuna di esserlo. Questo accade anche per il successivo Getaway diretto da Roger Donaldson, tanto per impreziosire un ennesimo remake comprimario di Alec Boldwin e Kim Basinger, per essere sempre individuato come il cardine essenziale per mettere in risalto i pregi di quella commedia che ha sempre distinto le scelte ricadute sull’attore, e Amarsi di Luis Mandoki arricchisce in meglio il cammino di Hoffman, al fianco di Meg Ryan e Andy Garcia. Consacrato ormai all’olimpo dello star system, il successo originale dell’attore arriva con l’inedito cocktail diretto dalla prolifera coppia stabilita dai fratelli Coen, nel caotico film feticcio Il Grande Lebowsky, fiera in celluloide nel monito generazionale tutto anni settanta, complice la stessa immedesimazione di un grande Jeff Bridges diretto in puro stile nichilista. Stessa sorte per gli ingombranti Patch Adams e Magnolia, sempre nel monito della commedia drammatica a cui sanno sempre di far riferimento, e con Tom Cruise arriva sino al terzo episodio di Mission Impossible, tanto per confermare la sua voglia di esserci sempre. Sidney Lumet lo sceglie per il non facile ruolo in Onora il padre e la madre, ma il riconoscimento più prestigioso tocca al film diretto da Bennett Miller, Truman Capote – A sangue freddo, che lo vede insignito della più alta onoreficenza come esponente del cinema mondiale, sia nell’Oscar conferitogli dall’Academy Awards e premiato dalla British Academy of Film and Television Arts. Ruoli di prim’odine confermati anche dai riusciti I Love Radio Rock di Richard Curtis e dall’originale drammaticità espressa dal cameo in grande stile de Il Dubbio, al fianco di una imponente Meryl Streep in vena di importanti candidature. Una vita privata che lo ha visto legato alla costumista Mimi O’Donnell, da cui ha avuto tre figli, per non offuscare quella fine prematura arrivata il 2 febbraio 2014, trovato senza vita e con un laccio emostatico e siringa ancora nel braccio, per quell’eroina che lo ha trascinato nell’abisso senza fine di una carriera che non poteva permettergli di sentirsi secondo a nessuno.

Di seguito, tutti i film interpretati dall’attore:

·                              Triple Bogey on a Par Five Hole, regia di Amos Poe (1991)
•             Szuler, regia di Adek Drabinski (1992)
•             My New Gun, regia di Stacy Cochran (1992)
•             Vendesi Miracolo (Leap of Faith), regia di Richard Pearce (1992)
•             Scent of a Woman - Profumo di donna (Scent of a Woman), regia di Martin Brest (1992)
•             Joey Breaker, regia di Steven Starr (1993)
•             My Boyfriend's Back, regia di Bob Balaban (1993)
•             Milionario per caso (Money for Nothing), regia di Ramón Menéndez (1993)
•             Getaway (The Getaway), regia di Roger Donaldson (1994)
•             The Yearling, regia di Rod Hardy (1994) - Film TV
•             Amarsi (When a Man Loves a Woman), regia di Luis Mandoki (1994)
•             La vita a modo mio (Nobody's Fool), regia di Robert Benton (1994)
•             The Fifteen Minute Hamlet, regia di Todd Louiso (1995)
•             Sydney (Hard Eight), regia di Paul Thomas Anderson (1996)
•             Twister, regia di Jan de Bont (1996)
•             Boogie Nights - L'altra Hollywood (Boogie Nights), regia di Paul Thomas Anderson (1997)
•             Culture, regia di Josh Gordon e Will Speck (1998) - Cortometraggio
•             Montana, regia di Jennifer Leitzes (1998)
•             Prossima fermata Wonderland (Next Stop Wonderland), regia di Brad Anderson (1998)
•             Il grande Lebowski (The Big Lebowski), regia di Joel Coen (1998)
•             Happiness - Felicità (Happiness), regia di Todd Solondz (1998)
•             Patch Adams, regia di Tom Shadyac (1998)
•             Flawless - Senza difetti, regia di Joel Schumacher (1999)
•             Magnolia, regia di Paul Thomas Anderson (1999)
•             Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley), regia di Anthony Minghella (1999)
•             Hollywood, Vermont (State and Main), regia di David Mamet (2000)
•             Quasi famosi (Almost Famous), regia di Cameron Crowe (2000)
•             Love Liza, regia di Todd Louiso (2001)
•             Ubriaco d'amore (Punch-Drunk Love), regia di Paul Thomas Anderson (2002)
•             Red Dragon, regia di Brett Ratner (2002)
•             La 25ª ora (25th Hour), regia di Spike Lee (2002)
•             La doppia vita di Mahowny (Owning Mahowny), regia di Richard Kwietniowski (2003)
•             Ritorno a Cold Mountain (Cold Mountain), regia di Anthony Minghella (2003)
•             ...e alla fine arriva Polly (Along came Polly), regia di John Hamburg (2004)
•             Strangers with Candy, regia di Paul Dinello (2005)
•             Empire Falls - Le cascate del cuore (Empire Falls), regia di Fred Schepisi - miniserie TV (2005)
•             Truman Capote - A sangue freddo (Capote), regia di Bennett Miller (2005)
•             Mission: Impossible III, regia di J.J. Abrams (2006)
•             Onora il padre e la madre (Before the Devil Knows You're Dead), regia di Sidney Lumet (2007)
•             La famiglia Savage (The Savages), regia di Tamara Jenkins (2007)
•             La guerra di Charlie Wilson (Charlie Wilson's War), regia di Mike Nichols (2007)
•             Synecdoche, New York, regia di Charlie Kaufman (2008)
•             Il dubbio (Doubt), regia di John Patrick Shanley (2008)
•             Mary and Max, regia di Adam Elliot (2009) - Voce
•             I Love Radio Rock (The Boat That Rocked), regia di Richard Curtis (2009)
•             Il primo dei bugiardi (The Invention of Lying), regia di Ricky Gervais (2009) - Cameo
•             Jack Goes Boating, regia di Philip Seymour Hoffman (2010)
•             Le idi di marzo (The Ides of March), regia di George Clooney (2011)
•             L'arte di vincere (Moneyball), regia di Bennett Miller (2011)
•             The Master, regia di Paul Thomas Anderson (2012)
•             Una fragile armonia (A Late Quartet), regia di Yaron Zilberman (2012)
•             Hunger Games: La ragazza di fuoco (The Hunger Games: Catching Fire), regia di Francis Lawrence (2013)

Paolo Vannucci