Un padrino d'eccezione, Seth McFarlane, per la cerimonia piu' prestigiosa del cinema, tra nominations e Golden Globe
Candidati e vincitori, in attesa della consegna delle ambite statuette.
Una
voce imponente, baritonale, avvisa i signori invitati ad attendere
qualche minuto, mentre voci di comprensibile curiosità si fanno sempre
più silenziose... Un anno di cinema stà per essere “passato al
setaccio” della più prestigiosa Academy mondiale, quest’anno giunta
alla 85esima edizione, tra anniversari celebrativi di tutto rispetto,
nel nome degli Universal Studio e lo stesso compleanno del Bond siglato
United Artists. I film e gli attori che hanno viaggiato nelle sale
cinematografiche di un 2012 così pieno di contraddizioni è giunto al
capolinea, con la solita riserva dei più attesi capolavori in
prossimità del verdetto finale. Tutti hanno un comune denominatore;
qualità. Soprattutto quando si è riusciti a sormontare l’onda gigante
di un’epoca che ha battezzato il nuovo digitale, strabordante di
computergrafica e illusione virtuale al limite del blasonato 3D. Ma i
registi e gli attori hanno saputo prevalere, umanizzando un linguaggio
cinematografico fatto, pur sempre, di attori. Steven Spielberg, dopo
Chaplin, Allen e Kubrick, ha definitivamente firmato la sua grandezza
con l’attesissimo Lincoln, pluricandidato (12 nominations)
nel nome di Daniel Day Lewis, già premiato con il Golden Globe per la
migliore interpretazione maschile, “soffiando” il ruolo al valoroso
Liam Neeson, anacronisticamente inadatto per la parte (?), ripassando
la storia con lo stesso rito nell’analogo contendente formato musical, Les Misèrables,
oggi nelle parti affidate a Hugh Jackman e Anne Hathaway, entrambi
premiati con il Globe per miglior attore e attrice in una commedia
musicale. Più di tutti, l’ha spuntata Ben Affleck (miglior film e regia
con Argo), surclassando prestigiosi contendenti quali Ang Lee (Life of Pi, con ben 11 nominations), Spielberg e lo stesso Quentin Tarantino con il suo sorprendente Django Unchained,
due Golden Globe per la miglior sceneggiatura e attore non protagonista
(Christoph Waltz). Michael Haneke prosegue la sua scalata di
nominations (5 statuette) dopo Cannes, ancora in cerca di allori con il
suo Amour, assaggiando il Globe come miglior film straniero. Il prestigioso Kolossal Anna Karenina,
sorretto da una interpretazione su misura per la celebrativa Keira
Knightly, divide le sue quattro nominations con contendenti di analoga
portata, vedi lo stesso Peter Jackson con il suo The Hobbit: An Unexpected Journey e il pluricandidato Les Misèrables (8 nominations), mentre sembra ammonita dall’Accademy, la cinica amarezza di The Masters,
nelle candidature devolute alla coppia di attori protagonisti Joaquin
Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Degne di merito le nominations come
migliori effetti speciali, dove spicca l’originalità di Rupert Sanders
con il suo Biancaneve e il Cacciatore, in corsa anche per i migliori costumi con il contendente Mirror Mirror... “e allo specchio l’ardua sentenza”. Miglior colonna sonora originale, canzone e film d’animazione (Brave, già deliziato al Globe) chiudono questa anticipazione sui film in concorso, affidando a Skyfall
i meriti migliori delle prime due onorificenze (un Golden Globe già
assegnato alla canzone omonima) e la piacevole sorpresa del brano
apparso nella spensierata commedia diretta da Seth McFarlane, Ted,con il pezzo “Everybody Needs a Best Friend”
composto dallo stesso regista e presentatore della cerimonia, in coppia
con Walter Murphy. Tutto è pronto per la serata celebrativa del 24
Febbraio, soddisfatti di un cinema che ha saputo mantenere le sue
promesse, che è cresciuto insieme a noi... e a noi non ci rimane che
assistere a tanto meritato riconoscimento. Buon OSCAR a tuttii!
Paolo Vannucci
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