Il prequel della trilogia firmata da PeterJackson, gigante del Natale piu' "Apocalittico" di tutti i tempi.
Il
conto alla rovescia è iniziato... scettici e scaramantici sempre più
uniti, per scongiurare il 21 Dicembre più temuto, tra calendari maya
che entrano in conflitto con il nostro lunario occidentale, schivo e
annoverato tra i santi che ci proteggono, soprattutto sotto le feste
comandate. Da chi? Innanzitutto dallo Spread... che parolaccia,
soprattutto in un momento epocale sittolineato dal nostro Santo Padre,
con il primo tweet declamato da ogni media, salutando i fedeli e
rassicurandoci con la sua presenza... anche in rete. Abbiamo qualcosa
da temere? Se dobbiamo divincolarci da un fisco che ci regala conguagli
nel nome dell’IMU (altra parolaccia), non possiamo privarci di una
festività minacciata da un governo “incasinato” che arranca tra noi,
comuni contribuenti nel nome di Albanese, abete natalizio con il suo Tutto tutto, niente niente,
guidato dal proverbiale Cetto La Qualunque, portabandiera di una classe
politicante figlia dei nostri tempi... e che tempi. De Curtis si
affacciava alla finestra, in quell’Italia in bianco e nero, gridando al
megafono “Vota Antonio!”, e nulla è cambiato nell’omonimo attore che si
sdoppia in tre, completando la strenna con gli immancabili Frengo
Stoppato e Rodolfo Favaretto, reduci dal pimo episodio Qualunquemente,
sempre scritto dal comico, garantendoci una dissacratoria ilarità in
sintonia con l’umore che vogliamo risollevare, aiutato da un
sempreverde Christian De Sica, clericale e natalizio, come vuole la
tradizione (complici Lillo e Greg, spalle d’occasione), nel suo Colpi di Fulmine.
Ma il piatto forte è servito dal magistrale Peter Jackson, ritornato a
dirigere la sua creatura più epocale della storia del cinema, nel nome
del romanzo scritto da J. R. R. Tolkien, “Il Signore degli Anelli”,
oggi riproposto nell’inedita trilogia che vede protagonista l’hobbit
Bilbo Baggins (Martin Freeman), nel prequel a lui dedicato, vero e
proprio araldo di una stirpe decantata dagli stessi protagonisti, in
quel mondo fantasy, devoluto dallo stesso scrittore, portatore elfico
di un immaginario che deve tutto alla motion capture, capace di
rinnovare un eterno Ian McKellen/Gandalf Il Grigio, oggi protettore del
primo Baggins in quel viaggio senza fine, nella Terra di Mezzo popolata
da goblin e nani che riconducono tutto a Gollum/Smèagol (sempre Andy
Serkis), primo portatore dell’Anello. Oggi tutto sembra una mappatura
del dio Google, abituati a navigare in una rete che sembra minacciata
dall’obsolescenza più che dal reale fabbisogno quotidiano, ma non
possiamo farne a meno, complici le riserve naturali della Nuova
Zelanda, vincolo naturale con la realtà, fatta di persone, affetti e
tutto ciò che vuole ricondurci al Natale, complice l’innocenza devoluta
dalla carola belga, diretta da Ben Stassen, Sammy 2, viaggio
ittico tra gli oceani dell’infanzia, con tutto ciò che serve per farci
essere più in pace con noi stessi... e che Babbo Natale si ricordi di
passare a portare i doni il 24 Dicembre... sempre che noi siamo lì ad
aspettarlo!
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